L’ora legale ha effetti dannosi sull’uomo

25 Marzo 2011 | Cultura e società

Sin dal 1996

Dal 1996 l’Unione Europea ha imposto agli Stati membri l’adozione dell’ora legale, cioè l’avanzamento di un’ora durante l’ultima domenica di marzo, che sarà ripristinata nell’ultima domenica di ottobre, quando appunto si riporterà l’orologio indietro di un’ora (ora solare).

Si tratta di una legge non condivisa da ogni partecipante e che all’estero non sempre è usata (si veda per esempio il Giappone). Nell’emisfero australe, naturalmente, l’ora legale è invertita: in Australia, per esempio, va da ottobre ad aprile.

Perché è nata l’ora legale?

In Italia il suo primo uso risale al 3 giugno 1916, dopo che nello stesso anno era stata adottata dalla Gran Bretagna. Tra le terre inglesi, infatti, Benjamin Franklin aveva avanzato l’idea già nel 1784 di utilizzarla.

Perché è nato questo improvviso desiderio di spostare le lancette in avanti? La sua introduzione è dovuta esclusivamente a motivi di risparmio economico. Lo spostamento in avanti di un’ora a partire dalla primavera ci permette di prolungare la luce durante il giorno, a discapito del mattino, che si vede invece sottrarre un’ora. Questo significa minore consumo per l’illuminazione.

Con questo stratagemma, l’Italia ha risparmiato oltre 2,5 miliardi di kWh tra il 2004 e il 2007 (circa 300 milioni di euro). Nel 1970 gli Stati Uniti calcolarono un risparmio dell’1% sui consumi rispetto all’uso dell’ora solare.

Oggi l’ora legale fa ancora risparmiare?

Questo secondo le stime della Terna, la società che in Italia si occupa dell’energia elettrica sulla rete ad alta tensione.

Negli anni recenti, i dati citati non possono più essere considerati attendibili. A causa dell’uso massiccio di condizionatori nelle aziende e nelle case durante le ore di punta, il vantaggio sembra essere annullato o addirittura tramutarsi in svantaggio. Nel 2006 l’economista Matthew Kotchen calcolò una perdita di 9 milioni di dollari per lo Stato nel corso dell’anno e le sue valutazioni furono più o meno confermate dalla Commissione per l’Energia della California.

La questione non è definitiva e non tutti sono d’accordo sulle perdite annunciate: per alcuni l’ora legale offre in effetti un vantaggio, anche se ridotto nei tempi moderni rispetto al passato.

I danni sulla salute dell’uomo

Tralasciando il discorso economico, però, dobbiamo tenere conto di altri effetti negativi e molto più importanti: l’impatto sulla salute dell’uomo. Il cambio improvviso delle ore porta, infatti, a scompensi biologici e alla perdita di sonno. Come conseguenza aumentano l’irritabilità, i cambi di umore, i mal di testa, la perdita di appetito. Questi disturbi psichici si ripercuotono sul lavoro e sul fisico, rischiando di provocare incidenti imprevisti e di abbassare l’efficienza sul lavoro.

Non parliamo poi dei più piccoli, su cui “pesano” queste variazioni emotive degli adulti. I bambini forse non percepiscono bene il cambiamento nell’ora, ma intuiscono che qualcosa non va nei loro genitori.

Gli svantaggi dell’ora legale sono, in definitiva, assai maggiori rispetto ai vantaggi. Il suo uso poteva essere accettato qualche decennio fa, quando l’elettricità era meno diffusa e i cittadini sopportavano un po’ più il caldo, ma è chiaramente fuori luogo nei tempi moderni. Oggi, in ufficio o a casa, si accende la luce al minimo accenno di penombra, che sia di mattino o di tardo pomeriggio. Senza contare che prolungare l’ora legale fino a ottobre appare inutile, visto che già a settembre le ore di luce sono evidentemente ridotte.

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