Violenza contro le donne: un fenomeno che non accenna a fermarsi [report del 2014]

10 Ottobre 2017 | Cultura e società

Un report dell’Istat risalente al 2014 ha messo in luce una verità inquietante: la violenza contro le donne è fenomeno così ampio da essere quasi incontrollabile. Nonostante i progressi che si sono fatti e la consapevolezza che si tratta di un sintomo da debellare, ci sono situazioni che non accennano a diminuire.

Stiamo parlando di ben 6.788.000 donne italiane che nel corso della vita hanno subito un qualche tipo di violenza (fisica o sessuale); e si tratta soltanto di coloro che hanno deciso di dichiararlo apertamente, per cui è probabile che il totale sia più alto. Per cui anche considerando il fatto che alcune denunce potrebbero essere “esagerate”, il fenomeno resta preoccupante e pericoloso.

Nelle fonti a fondo pagina trovate il link al report originale. Nell’articolo mi limito a riassumere le parti principali.

Qualche numero

Elenchiamo qualche dato preciso. Precisiamo che per «violenza sessuale» si intende un tipo di maltrattamento più generico di «stupro»: include per esempio lo stalking, le “palpatine”, le persecuzioni.

Nel rapporto ci sono dei dati positivi, segno che qualcosa sta cambiando: si abbassano le violenze psicologiche dei partner (dal 42,3% al 26,4% rispetto al 2006), le donne abusate denunciano di più il reato e sembrano essere più soddisfatte del lavoro fatto dalle forze dell’ordine (dal 9,9% al 28,5%).

Il problema è che gli elementi negativi continuano a pesare e che alcuni dati non danno segno di voler diminuire. In particolare gli stupri e i tentati stupri sono rimasti della stessa percentuale del 2006, e il 10% delle donne subisce una più generica violenza sessuale prima dei 16 anni.
Sono 652 mila le donne che hanno subito degli stupri e 746 mila dei tentati stupri.

La violenza sessuale non è l’unico movente che porta al maltrattamento: spesso la donna subisce delle violenze fisiche che non hanno niente a che fare con il sesso. Non importa se la donna sia straniera o italiana, perché la percentuale di maltrattate è simile: ma verso le straniere gli stupri e i tentati stupri sono molto più frequenti, mentre le violenze sessuali sono soprattutto una piaga per le italiane. Nemmeno le disabili o le donne in gravidanza vengono risparmiate.

Minacce e stalking

Se iniziamo a parlare di violenze “minori” (che comunque segnano la psicologia dell’individuo) i numeri salgono di molto: 3.466.000 donne hanno subito stalking, in pratica il 16% delle donne, e di queste 1,5 milioni sono state vittima del partner. Ricordiamo che le violenze domestiche sono davvero un dato preoccupante: sono i partner e gli ex partner ha compiere il 62,7% degli stupri (mentre le molestie nascono per lo più da parte degli sconosciuti).

Minacce (12,3%), spintoni (11,5%), schiaffi e calci (7,3%), oggetti contundenti (6,1%), limiti all’uso del bancomat o all’istruzione, obbligo di vestirsi in un certo modo, persecuzioni e stalking: sono molti i modi con cui una donna viene offesa verbalmente o fisicamente.

Le conseguenze delle violenze

I danni psicologici possono essere temporanei o permanenti, e più o meno gravi a seconda del tipo di violenza subita e del carattere della donna. Si va dalla perdita di fiducia e di autostima, agli attacchi di panico; spesso seguono disturbi del sonno e dell’appetito, depressione e dolori ricorrenti. Nei casi più gravi si arriva all’autolesionismo e a tentare il suicidio.

Per i danni fisici abbiamo invece dei dati abbastanza precisi: nel 37,8% dei casi ci sono state delle ferite e nel 44,7% la violenza è stata dichiarata «molto grave»; se aggiungiamo anche gli stupri e i tentati stupri, quest’ultima sale al 59,4%.

Oltre a essere un problema individuale, è anche una minaccia sociale: cure, interventi e azioni delle forze dell’ordine sono un costo da sostenere e da moltiplicare per ogni denuncia. Inoltre, i figli assistono spesso alle violenze domestiche (il valore è salito di addirittura 5 punti percentuali rispetto al 2006) e le conseguenze possono essere due: ne restano traumatizzati e/o cresceranno seguendo il cattivo esempio.

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