E se gli USA avessero davvero bombardato la Luna con delle bombe atomiche?

25 Settembre 2017 | Storia

In breve

Durante la Guerra Fredda gli Stati Uniti elaborarono un progetto con il nome in codice «A119», il cui obiettivo era di testare le bombe atomiche sulla superficie della Luna.

Lo scopo ufficiale era studiare l’interno del nostro satellite: le esplosioni avrebbero innescato delle onde simili ai terremoti, grazie alle quali si sarebbe potuto analizzare il cuore della Luna. Ma allo stesso tempo sarebbe stata una dimostrazione di forza nei confronti degli avversari sovietici.

Per fortuna il progetto non fu attuato. La tecnologia non lo permetteva e tra gli scienziati c’è chi avanzò il dubbio di rendere la Luna radioattiva.

Approfondimento

Il documento e la fuga di notizie

Esiste un documento ufficiale intitolato A Study of Lunar Research Flights («Uno studio sui voli di ricerca lunare»), datato 19 giugno 1959, in cui Leonard Reiffel scriveva del progetto chiamato «A119». Il progetto non era classificato, quindi era visibile al pubblico, e parlava dell’idea di detonare ordigni nucleari in prossimità della Luna per ottenere delle informazioni scientifiche.

Si era in piena Guerra Fredda e al progetto participò anche il giovane Carl Sagan, diventato in seguito il noto divulgatore scientifico che conosciamo oggi. Sembra che sia stato proprio Sagan a spargere la voce, portando l’American Press a intervistare Leonard Reiffel dodici anni fa.

Lo scopo ufficiale era di eseguire dei test sull’interno della Luna. La detonazione avrebbe infatti innescato delle vibrazioni simili a quelle dei terremoti terrestri, permettendo di studiare la composizione del satellite sotto la superficie. Ma l’obiettivo principale era una dimostrazione di forza: c’era infatti una lotta di potere tra gli USA e l’Unione Sovietica, e arrivare fino alla Luna con un ordigno sarebbe stato un chiaro gesto di supremazia.

Perché il progetto fu abbandonato

Allora non si conosceva granché sul pericolo delle radiazioni (il fisico Edward Teller aveva proposto in precedenza di usare l’atomica per scavare ponti e tunnel sotto le montagne); ma diversi scienziati, tra cui Sagan, avanzarono il dubbio sulla pericolosità delle radiazioni che sarebbero rimaste attorno al satellite. Carl Sagan tra l’altro realizzò delle importanti ricerche sui terribili effetti che avrebbe avuto un inverno nucleare.

Tuttavia è logico immaginare che la voce degli scienziati sarebbe stata ignorata dal governo, che era più preoccupato per la situazione politica: i sovietici avevano infatti lanciato lo Sputnik da poco, dimostrando di avere i mezzi per colpire gli USA in qualsiasi momento.

Secondo Richard Rhodes, esperto di storia nucleare, quello che frenò davvero gli americani non fu l’etica ma la tecnologia non ancora abbastanza avanzata da creare missili capaci di raggiungere l’orbita lunare (lacuna che fu colmata qualche anno più tardi). Se il missile non fosse arrivato a destinazione, avrebbe rischiato di cadere sulla Terra, in suolo americano.

Fonti principali
Daily Mail, anno 2012 (inglese)
Il documento del 19 giugno 1959 che riporta il progetto (inglese)
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