Suicidi a catena: che cos’è l’effetto Werther?

5 Settembre 2017 | Mente e corpo umano

In breve

I sociologi chiamano «Effetto Werther» quel fenomeno particolare secondo cui quando i media annunciano la notizia di un suicidio, inizia una serie a catena di altri suicidi nella società. Si nota anche con la morte di personaggi pubblici famosi, come avvenne dopo l’annuncio della scomparsa di Marilyn Monroe, che portò nel mese successivo a un incremento del 40% dei casi di suicidi nella sola Los Angeles.

Approfondimento

Il termine di «Effetto Werther» è stato usato per la prima volta dal sociologo David Phillips e prende il nome dal protagonista del libro I dolori del giovane Werther, scritto da J. W. Goethe nel 1774. Nel libro Werther si suicida perché la ragazza di cui è innamorato annuncia il matrimonio con un altro. Dopo la pubblicazione del romanzo, iniziò una serie di suicidi tra i giovani che avevano letto il racconto e le sue traduzioni.

Lo stesso fenomeno si è notato dopo il 1802, quando Ugo Foscolo pubblicò il romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis. Un esempio più recente lo abbiamo avuto nel corso della crisi economica, dove le notizie dei suicidi di imprenditori indebitati hanno portato all’emulazione di molti altri imprenditori che si trovavano in difficoltà simili.

Le cause

Discriminante è il modo in cui la notizia viene data. Mentre la morte di Marilyn Monroe riecheggiò rapida e forte in tutta Los Angeles, il suicidio dello scrittore Hemingway nel 1961 passò quasi in sordina e infatti non presentò lo stesso fenomeno di suicidi di imitazione.

Nei tempi moderni si è molto influenzati dalle voci dei mezzi di comunicazione di massa e se l’informazione crea “empatia”, soprattutto nei soggetti più depressi si crea uno spirito di imitazione. L’uomo è infatti portato a imitare gli individui che appartengono al suo gruppo sociale, specialmente se sono in condizioni simili alle sue.

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