
Come lo sguardo di una Gorgone, il lago Natron confonde le prede e le cattura. Le sue acque sature di carbonati fanno il resto, trasformando la vittima in una statua di sale
Si trova nella zona nord della Tanzania, nella Rift Valley dell’Africa, a 600 metri di altezza. Il lago Natron tocca appena i tre metri di profondità, ma ha le acque di un aspetto particolare: sono di un rosso scuro, solcate da striature biancastre.
La fama del lago Natron, però, è legata a un altro aspetto che – se vogliamo – è allo stesso tempo macabra e affascinante: come la Medusa degli antichi miti greci, cattura le sue prede e le trasforma in pietra.
Si tratta naturalmente di una descrizione romanzata, ma è in questa forma che sta circolando per il web da qualche tempo. In realtà esiste una semplice spiegazione chimica, legata alla composizione delle acque.
Prima di tutto, le creature che vi cadono dentro – sempre animali e per lo più uccelli del posto, che vanno incautamente a immergersi – non vengono trasformati in pietra: subiscono invece una sorta di mummificazione.
Il colore rosso scuro del lago è dovuto alla presenza di piccoli batteri chiamati “cianobatteri”, che proliferano nelle acque grazie all’alto livello di salinità. Durante la stagione secca, infatti, l’acqua evapora così tanto che i carbonati presenti vanno ad accumularsi (le striature biancastre in superficie sono, appunto, sali “fermentati”). Nello specifico, si tratta di carbonato idrato di sodio, che gli antichi Egizi erano soliti usare per la mummificazione.
La causa di questa concentrazione di sali è la cenere proveniente dal vicino vulcano Ol Doinyo. La sua alcalinità porta il lago ad avere un grado di acidità (PH) pari a 9. Ma c’è anche un’altra condizione estrema da sopportare: la temperatura dell’acqua tocca spesso i 40°C.
In questo ambiente, l’acqua è imbevibile e altamente corrosiva per la pelle. Ecco perché quasi nessuna creatura, batteri esclusi, riesce a sopravvivere.
Quando un animale entra in contatto con il lago, alla morte il suo corpo viene calcificato e si indurisce nella posizione in cui si trova, dandogli il perenne aspetto di una statua.
Ma perché gli uccelli finiscono a volte in quel miasma naturale? La colpa sembra essere del forte riflesso provocato dai raggi del sole sulle acque, che confondono la loro vista.
La conseguenza è che il lago Natron si è trasformato in un museo di “statue naturali”.
Una curiosità: in precedenza ho affermato che “quasi” nessuna creatura è capace di sopravvivere in questo ambiente. A parte il tilapia alcalina, un pesce endemico, esiste infatti una sola specie animale che si è adattata perfettamente alle pericolose acque del lago Natron, ed è il fenicottero rosa. Le sue zampe e il suo becco hanno uno strato corneo che gli concede una particolare protezione.
Anche se, come potete notare dalle immagini, anche i fenicotteri ogni tanto restano vittime del «fascino della Gorgone».

Se il corvo è la creatura per eccellenza dei luoghi spettrali, nel lago Natron ha trovato senz’altro un posto adatto
Articolo su National Geographic
Le foto degli animali statuari provengono dal libro “Nella terra ferita” di Nick Brandt
(1) http://www.businessinsider.com.au/the-most-surreal-landscapes-on-earth-2013-7
(2) http://xdesktopwallpapers.com/soda-formations-on-the-surface-of-lake-natron-5812.php