Come scrivere il titolo del nostro libro e perché alcune scelte sono da evitare

Elenco dei libri con titoli

La scelta del titolo è personale, ma deve seguire alcune regole: meglio breve, senza spoiler di trama e che sia capace di ispirare curiosità [@01]

Decidere quale sarà il titolo del nostro saggio o racconto è la parte più complicata del lavoro.
I più fortunati partono con il titolo già in testa ancora prima di iniziare a scrivere oppure lo recuperano subito non appena finiscono l’opera. I meno fortunati (la maggior parte degli scrittori) lottano con se stessi durante l’intera stesura del libro per trovare un titolo adatto, rimodellandolo o facendosi una lista delle voci possibili.

Il metodo è soggettivo, dipende molto dall’organizzazione mentale e dalla psicologia rigida o malleabile dello scrittore, ma in ogni caso ci sono alcuni elementi da considerare per evitare degli errori da principiante. Teniamo conto che stiamo scrivendo un’opera che sarà venduta: il titolo non deve essere per noi stessi, ma per il pubblico che andrà a cercarlo in mezzo a migliaia di altri libri simili ai nostri.

In linea con il contenuto e senza spoiler

Regola d’oro: il titolo deve riflettere il contenuto del libro o almeno parte di esso. Può sembrare inutile rimarcarlo, eppure si leggono spesso delle intestazioni che non hanno niente a che vedere con il testo e che vengono scelte soltanto per attirare l’attenzione del lettore.

Il titolo non deve per forza essere generico e “includere” l’intera trama o saggio letterario: può riferirsi a una parte precisa, a un elemento importante o a una metafora che rappresenti il contenuto.

Se stiamo scrivendo un racconto, facciamo bene attenzione affinché il titolo non vada a rovinare la trama. J. R. R. Tolkien non ha intitolato la sua saga La caduta di Mordor, che avviene a fine storia, ha preferito un più generico Il signore degli anelli, che rende un’idea chiara del contenuto e non va comunque a rovinare la trama.
Ci possono essere delle eccezioni volute dall’autore, ma di solito gli spoiler (rivelazioni anticipate della trama) non sono ben visti.

Catturare l’attenzione è una questione di buon senso

In genere il titolo deve essere breve. In passato si usavano titoli piuttosto lunghi, seguiti anche da un sottotitolo ancora più lungo, ma è una prassi ormai superata. Anche i saggi, che comunque hanno sempre dei titoli più lunghi rispetto a quelli dei racconti, stanno cercando di limitarsi.

Ricordiamoci che il titolo dovrà stare all’interno di una copertina, oltre che sulle varie piattaforme di promozione online (come i social). Il lettore medio odia i testi lunghi ed evita di leggerli fino in fondo.

Ed ecco la difficoltà: catturare la curiosità del lettore avendo a disposizione un titolo breve. Qua non c’è una vera regola e va più che altro a intuizione e a buon senso. Per riportare un esempio personale, per le prime due opere che ho pubblicato mi sono affidato a delle scelte opposte:
– con Il Sinkal ho voluto mettere l’accento sul protagonista. Trattandosi in effetti del cardine della trama, richiama la storia ma non dà un «impatto di curiosità immediato».
– con All’inizio del tempo avviene il contrario: il titolo è più generico, visto che anche la trama è più astratta, ma in compenso spinge il lettore a leggere l’incipit per capire di cosa si tratti.

I termini scelti sono un’azione di marketing: alcuni esempi

Anche la scelta delle parole usate non è casuale. Il succo è di raggiungere la psicologia del lettore e, se possibile, di suscitargli delle emozioni in linea con il libro. Scrivendo un horror o un thriller è ovvio che termini come “maledetto” o “sangue” richiamano il giusto tono; mentre gli stessi termini sono decisamente fuori posto in un romanzo rosa.

Il target, cioè il tipo di pubblico a cui è rivolto il libro, ha una grande importanza: un libro di fiabe avrà termini semplici che mirano a spiegare il contenuto, come Le favole (raccolta di Esopo sopravvissuta a secoli di storia); invece un libro di saggistica dovrà puntare al cuore del tema, come Il mondo senza di noi di Alan Weisman.

Riportando altri due esempi che hanno venduto migliaia di copie, scrivere Il racconto dei re ha un impatto molto minore rispetto a un più preciso La via dei re (rinomato volume fantasy di Brandon Sanderson); e La storia dell’universo sarebbe un’idea poco originale rispetto al Dal big bang ai buchi neri (un saggio di divulgazione scientifica di Stephen Hawking).


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