La battaglia per la conquista di Nuova Alba è all'epilogo. I savariani e le colonie si affrontano per il primo pianeta artificiale della storia. Un racconto di fantascienza, disponibile anche in ebook a soli 4.99 euro.
Per raggiungere la più grande fetta di mercato, il KDP di Amazon è il canale per eccellenza, ma come abbiamo visto ha i suoi limiti: è chiuso e permette di leggere i suoi e-book soltanto con dispositivi dedicati. Ecco perché il KDP non può essere l’unico strumento da usare.
Una buona fetta del nostro pubblico preferisce il formato ePub per leggere i libri digitali: infatti è uno standard aperto (non proprietario) e, per chi ha certe competenze informatiche, si presta facilmente a essere modificato a mano, visto che si basa sui linguaggi fondamentali del web (HTML, Javascript). Questo significa che l’ePub può essere letto da un numero molto alto di eBook Reader.
Uno dei migliori strumenti per pubblicare e vendere il nostro libro in formato ePub è quello messo a disposizione da Kobo. Si chiama Kobo Writing Life (KWL) e la procedura che integra è rapida, intuitiva e semplice da capire.
L’ISTAT ha creato un report completo e approfondito sull’editoria e sul numero di lettori in Italia. I dati si riferiscono all’anno 2017 e quindi si tratta della tendenza recente.
Per chi ha intenzione di pubblicare un libro, sono statistiche di cui tener conto per organizzarsi e capire quale mercato offra opportunità maggiori; ma può essere anche una curiosità per chi ama la lettura e vorrebbe sapere quanto sia diffusa in Italia. In quest’ultimo caso, purtroppo, c’è un po’ di delusione.
Vediamo di riprendere i dati riassunti e di commentarli.
Il report breve
Quanti libri si pubblicano?
Naturalmente i dati ISTAT fanno riferimento ai titoli pubblicati dalle case editrici e non a quelli autoprodotti, anche perché sarebbe dura recuperare una stima affidabile.
Partiamo con il dire che ci sono buone notizie. Rispetto al 2016, i titoli pubblicati sono aumentati del 9,3% e quelli stampati del 14,5%. Il problema è che questi aumenti riguardano i grandi editori, mentre i medio-piccoli hanno avuto un calo. Cosa significa tutto questo? In linea di massima, si può capire che il mercato produce di più, ma soltanto se si hanno i soldi per investire e sperimentare: i meno “facoltosi” finiscono per subire la concorrenza (soprattutto degli ecommerce) o essere addirittura inglobati dal mercato.
Non è un caso che il problema nasca proprio in un momento in cui l’editoria digitale è in larga crescita, con ben 27 mila titoli disponibili in eBook (oltre il 38% dei libri pubblicati nel 2017).
Amazon è senz’altro il canale online per eccellenza, se quello che vogliamo è autopubblicare il nostro libro. Si è imposto tra i colossi mondiali come il principale sito di e-commerce e, negli ultimi tempi, sta velocemente inglobando anche il mercato librario (purtroppo a danno delle librerie fisiche).
Ci sono vari siti che ci permettono di raggiungere Amazon in modo indiretto, perché di solito qualsiasi servizio di POD (print on demand) include anche la possibilità di far entrare il libro nel suo catalogo. Ma esiste uno strumento diretto per autopubblicarci messo a disposizione proprio da Amazon: si chiama KDP (acronimo per «Kindle Direct Publishing») e negli anni si è migliorato parecchio, diventando sempre più intuitivo e facile da usare.
In questo articolo vediamo i pro e i contro del KDP e, in linea generale, come funziona e cosa ci mette a disposizione.
La questione mi ha sfiorato diverse volte in passato e continua a saltarmi in testa ogni volta che prendo in mano la trama di un racconto che sto per scrivere. Saga o racconto autoconclusivo?
La risposta non è così semplice, perché non possiamo fermarci al “gusto dell’autore”. Anzi, semmai è proprio il contrario: è il pubblico a decidere se vale la pena di rischiare prendendo in mano un libro che, già a priori, sa che resterà in sospeso.
Il primo elemento discriminante è chi sia l’autore del racconto e quanta fama abbia tra il pubblico. Se siete degli scrittori in erba, ancora sconosciuti nel campo, scrivere una saga può essere un grande azzardo.
L’autore emergente
La concorrenza sul mercato è enorme, quindi un lettore preferirà quasi sempre acquistare i racconti di autori famosi, di cui magari ha già letto qualcosa, invece di tentare la sorte con un nuovo arrivato. Un autore emergente è visto con diffidenza e sarà scartato più facilmente se presenterà un libro che è «il primo di una trilogia» o, peggio ancora, «il primo di molti».
L’autore emergente, dunque, dovrebbe iniziare con dei libri autoconclusivi e cercare di farsi un nome con quelli. In seguito, può azzardare di pubblicare una saga — meglio se breve, per esempio una trilogia; ma qua dipende da quanta fama è riuscito a guadagnarsi con i libri venduti.
Abbiamo già visto in un articolo come internet sia una via essenziale per promuovere il libro e quale linguaggio usare per attirare i lettori online. Adesso entriamo nel dettaglio e parliamo dei canali nello specifico: i siti web, i social network e i blog.
Vista l’importanza dei social, che vedremo tra poco, è obbligo chiedersi se valga ancora la pena di creare un sito web dedicato o addirittura un blog. Per quanto riguarda il sito web non ci sono dubbi sulla risposta: sì, ne vale senz’altro la pena. Oserei dire che è fondamentale avere un sito di atterraggio dove i lettori possono raggiungervi e contattarvi.
In questo caso posso riportarvi la mia esperienza personale perché gestisco un portale da anni e, tra successi e fallimenti, ho notato una visibile crescita di visite con il trascorrere del tempo.
I primi anni sono i più difficili, perché i risultati tardano ad arrivare e si ha l’impressione di aver faticato tanto per niente, di aver sbagliato il percorso. Ma basta che uno dei vostri articoli o link raggiunga il posto giusto e le visite aumenteranno in modo esponenziale. L’importante è non arrendersi soltanto perché non vedete dei risultati immediati.
Date un’occhiata ai libri che avete in casa vostra e fate una valutazione: avete apprezzato di più i libri scorrevoli, che si sono fatti capire senza troppo sforzo, oppure le opere scritte in modo più ricercato che vi hanno obbligato spesso a una rilettura?
È una questione di gusti, alcuni preferiscono i “mattoni” alla semplicità, ma visto che siete voi stessi degli scrittori quello che dovete fare è immedesimarvi nella fetta di lettori più diffusa. E naturalmente, il lettore medio non ha nessuna voglia di scervellarsi quando deve capire una frase.
Questo principio è valido sia per i racconti, sia per i saggi, sia per le opere scientifiche e letterarie (e anche nel parlato). E dovrebbe essere valido persino per le tesi, le tesine e quant’altro. Ci possono essere delle rare eccezioni, se per esempio il libro è stato costruito apposta per contenere una vena “aulica”, però la norma dovrebbe essere che «il semplice è sempre preferibile al complicato». Dopotutto il nostro scopo è farci capire dai lettori, altrimenti cosa scriviamo a fare? Per ingigantire il nostro ego?
Termini da evitare
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, vediamo un elenco di parole complicate che sarebbe il caso di sostituire con forme più semplici. In linea generale, dovreste usare le stesse parole del normale dialogo in famiglia o che rivolgete agli amici invece di cercare per forza dei termini alternativi.
La lista è solo una traccia e vale la pena di ricordare che le voci a sinistra non sono da evitare del tutto: vanno solo usate con parsimonia e/o quando servono, per esempio se abbiamo bisogno di un sinonimo o se la frase è troppo piena di termini con un suono simile. Quello che non dobbiamo fare è di usarle come “regola”.
acquistare => comprare
attendere => aspettare
comprendere => capire
condurre => portare
decesso => morte
effettuare => fare
ella => lei
eseguire una ricerca => cercare
giungere => arrivare
modalità => modi
molteplici => molti
orbene => dunque/quindi
recarsi => andare
risulta ovvio che… => è ovvio che…
tipologia => tipo
utilizzare => usare
vi sono => ci sono
visionare => vedere
Nell’elenco non riporto i termini sorpassati e che compaiono solo nelle poesie («speme, mi rimembro») perché, è quasi inutile specificarlo, non vanno mai usati negli scritti più diffusi e, a mio avviso, non andrebbero usati nemmeno se state scrivendo una poesia moderna.
Che leggere faccia bene lo sappiamo e non solo perché ce lo dicono gli esperti di neuroscienza: ce ne rendiamo conto per le sensazioni che proviamo sul momento e per quello che ci resta in seguito. Forse però non ci accorgiamo di quali effetti positivi abbia un libro sul nostro cervello e per quanto tempo si prolunghino.
Anche se non sappiamo di preciso la durata, ci sono stati studi sul campo che hanno dimostrato come i risultati si protraggano per giorni; e questo non dipende da cosa si legge, sebbene gli effetti migliori si abbiano sui nostri libri preferiti.
Ho raccolto numerose fonti sugli effetti della lettura e ho riassunto i punti qui sotto. La conclusione è evidente: leggere fa bene, non è un luogo comune, e vista la sua importanza il consiglio è di mettere un libro tra le mani di vostro figlio già da piccolo, partendo dalle favole illustrate. Con il tempo ci penserà da solo a coltivare la sua passione!
I ricercatori dell’Università del Sussex hanno concluso che con 6 minuti di lettura al giorno possiamo ridurre lo stress addirittura del 68%. È un effetto persino più potente della musica (riduce lo stress del 61%) o di una passeggiata benefica (42%).
Il motivo? La lettura inganna il nostro corpo, perché porta il cervello ha concentrarsi meno sui muscoli e sui nervi e quindi a rilassarsi.
Se avete deciso di autopubblicare il libro, uno dei passaggi indispensabili è la creazione della copertina. A meno che non abbiate un amico grafico a cui affidarvi o non siate voi stessi degli artisti o dei fotografi in gamba, dovrete procurarvi l’immagine di copertina in qualche modo.
La selezione della copertina deve essere ben ponderata, perché è la presentazione del vostro libro nel web o nelle librerie. Vista la grande quantità di libri in giro, infatti, è quasi sempre la copertina ad attirare i lettori e solo in un secondo momento il contenuto. Senza una buona copertina, nessuno si fermerà a leggere la descrizione del vostro libro (ricordiamoci sempre che anche la quarta di copertina ha la sua importanza).
Il modo migliore per trovare un’immagine è di rivolgersi a un disegnatore esperto che vi potrà creare una copertina unica e attraente, ma a prezzi quasi mai economici (il talento si paga, giustamente). Ma esiste un altro sistema: cercare l’immagine tra i siti di microstock.
Il «microstock» è un termine che unisce le parole micropayment e stock photography: in pratica sono siti dove i fotografi possono caricare le loro foto e venderle a basso prezzo. In questi siti, tra l’altro, non si trovano solo foto ma anche disegni e immagini artistiche per illustrazioni; in pratica il genere che potrebbe esservi utile per la copertina di un racconto.
Chiunque di noi può iscriversi a un sito di microstock e caricare le proprie foto, ma naturalmente saranno soltanto le immagini migliori o che il pubblico cerca a essere vendute. Nel nostro caso, noi autori in cerca di una copertina facciamo parte del pubblico che si iscrive per acquistare l’immagine e non per caricarla, per cui ci concentriamo su questo aspetto.
Il blocco dello scrittore è una sindrome psicologica temporanea. Sapendo quali sono le cause e come gestirla, uscirne è piuttosto facile [@01]
Il contenuto del libro è solido, abbiamo le idee chiare e stiamo scrivendo una parola dopo l’altra. I capitoli già completati ci convincono e sappiamo bene quale sarà il prossimo passo da scrivere per finire la trama o l’argomento di cui stiamo parlando.
Prendiamo la penna o ci mettiamo davanti alla tastiera, scriviamo una frase… e poi vuoto totale. Le parole che mettiamo nero su bianco ci sembrano sbagliate, inadatte a quello che vogliamo effettivamente dire, persino infantili. Arrivano i dubbi che anche le parti già scritte siano da rivedere e che sia il caso di modificare il pezzo successivo.
Benvenuti nel peggiore incubo di chi ha scelto il mestiere dello scrivere: il blocco dello scrittore.
Prima o poi capita a tutti, perché il dubbio fa parte della natura umana, e questo non riguarda soltanto la scrittura. Dubitare di noi stessi ci permette di migliorarci, ci costringe a guardarci attorno per imparare e rinnovarci. Quando però la “perfezione” diventa un’ossessione, il blocco può essere frequente ed è quindi necessario imparare a gestirlo.
Se durante la stesura di un libro non vi è mai capitato di bloccarvi su almeno un pezzo potete ricadere in tre casistiche:
1. siete dei talenti come pochi nel campo della scrittura
2. vi siete preparati bene in anticipo
3. è probabile che abbiate scritto un’opera da rivedere, frettolosa e con parti poco curate.
A meno che non ricadiate nel primo punto (in questo caso c’è poco da dire), vi capiterà per forza di cambiare la vostra psicologia durante la lunga scrittura di un libro e quindi di provare delle incertezze. Quello che all’inizio vi sembrava buono potrebbe non piacervi più; oppure vi sembra ancora buono, ma non riuscite a metterlo giù come vorreste.
Il blocco dello scrittore è normale, colpisce anche gli autori più rodati. L’importante è non abbattersi e capire come uscirne.
Canva è uno strumento gratuito per la creazione di copertine per libri. Il punto di forza è la facilità d’uso e le risorse messe a disposizione allo scrittore
La copertina è la vostra targa di presentazione. Inutile girarci intorno: a meno che non siate già famosi, senza una buona copertina le vendite di un libro (anche ben scritto) faranno fatica a decollare.
Per capirlo basta guardare come si comporta la gente quando si trova davanti a uno scaffale. Se un lettore non sta cercando un libro preciso, la sua attenzione andrà alle copertine particolari, ben impostate e che attirano a colpo d’occhio. La vista è l’unico parametro che abbiamo per poter decidere cosa sfogliare in mezzo a un mare di libri che non conosciamo.
Ma cosa fare se non siete dei bravi grafici e non sapete dove mettere le mani per iniziare? Una delle soluzioni è affidarsi agli strumenti gratuiti che vi mettono a disposizione le risorse che vi mancano, magari con poco sforzo.
Canva è uno strumento nato per aiutare proprio chi non ha esperienza di grafica o chi ha poco tempo per creare un progetto, perché si propone di realizzare un’immagine con pochi trascinamenti del mouse. Una bozza molto convincente di copertina potete averla già pronta in 5-10 minuti.
Dare vita alle copertine è solo uno dei progetti che Canva mette a disposizione: può aiutarvi a creare documenti, banner, grafici, strisce di fumetti, calendari di eventi, ecc. Nel nostro caso ci concentreremo sulle copertine dei libri.