Promuoversi al pubblico online: psicologia da usare e a chi rivolgersi

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Capire la psicologia dei potenziali lettori ci aiuta a usare un linguaggio adatto e ad attirare la curiosità, fino a spingerli ad acquistare il nostro libro [@01]

Internet è una fonte con un potenziale illimitato per catturare i lettori e spingerli a interessarsi del vostro libro. A differenza della promozione “reale” (offline), avete la possibilità di raggiungerli ovunque e in qualsiasi momento, oltre che a scegliere il vostro obiettivo con più facilità.

Proprio perché l’offerta di strumenti sul web è enorme, è necessario selezionare. Prima di darvi da fare dovete pianificare, altrimenti correte il rischio di consumare le energie e il denaro per proporvi alla gente sbagliata e nel modo sbagliato.
In questo articolo non ci concentriamo sulle piattaforme e sui social, ma sul modo con cui dovete attirare i lettori, qualunque sia il mezzo che usate.

Sommario

Capire a chi rivolgersi
Quale linguaggio usare
Libri per giovani e per adulti
Cosa fare con un pubblico più maturo
Quali argomenti per attirare il lettore
1. Attirare la curiosità
2. Pubblicità? No, grazie
3. Usare un linguaggio diretto

Prima di tutto, capire a chi rivolgersi

Ogni saggio, guida o racconto ha un proprio gruppo di potenziali lettori. Capire a chi possa essere destinato non è sempre così immediato, soprattutto se il vostro libro esce dai soliti schemi, perché in questo caso non potete contare nemmeno sui dati statistici.

La prima cosa da fare, quindi, è immedesimarvi nelle varie tipologie di lettori e capire a chi puntare. La scelta è importante per stabilire se usare un linguaggio più elementare o più adulto, se usare o evitare termini tecnici e se mantenere il dialogo su toni un po’ più formali (come vedremo tra poco, anche per i saggi più tecnici è buona cosa essere “colloquiali”).

In particolare ponetevi queste domande:
– che età potrebbe avere il mio lettore medio?
– in quale luogo geografico può trovarsi?
– che tipo di psicologia potrebbe attrarre un lettore a comprare il mio libro?

Quale linguaggio usare in base al lettore

Se scrivete libri scolastici o un fantasy per ragazzi è chiaro che il vostro approccio dovrà essere del tutto diverso dal proporre una guida di viaggio o un romanzo dai temi forti. Persino tra bambini e adolescenti la psicologia cambia completamente.

Ricordiamoci comunque che stiamo proponendo un libro online: se state pubblicizzando un’opera destinata ai piccoli, non troverete i bambini a commentare i vostri post; al contrario dovrete conquistare i genitori che saranno interessati a comprare un regalo per il figlio. Il vostro obiettivo, quindi, non sarà il bambino, ma il genitore.

Libri per giovani e per adulti: a volte distinguere non serve

Parliamo degli «Young Adult», la corrente di pensiero che va tanto di moda negli ultimi tempi. I libri di questo tema sono nati per un pubblico adolescenziale, ma in realtà sono molto apprezzati anche dagli over 40. Come conciliare queste fasce di età tanto diverse?

In realtà, il vostro obiettivo in questo caso è psicologico e non legato all’età: chi acquista uno Young Adult vuole un linguaggio destinato ai giovani, che non sia infantile ma nemmeno troppo vicino alla realtà quotidiana, per cui quello che dovete fare è usare argomenti che possano adattarsi agli adolescenti. Le vostre parole dovrebbero ispirare sia emozioni che concretezza, suscitare dei sentimenti ma restare anche “terra-terra”.

Non è facile, ma dopotutto lo sappiamo già che comunicare con gli adolescenti non è sempre semplice perché è il periodo di maggiore cambiamento…

Cosa fare con un pubblico più maturo

Infine, un esempio più maturo. Supponiamo che abbiate scritto una guida di informatica intitolata Corso di informatica intermedio. Il pubblico a cui vi rivolgete è qualcuno che ha già delle competenze nel mondo dell’informatica, ma non è ancora abbastanza esperto da permettersi di scrivere un proprio libro.

In questo caso i termini tecnici di base sono apprezzati, anzi qualcuno è persino richiesto e dimostra la vostra competenza. Tuttavia stiamo parlando di una guida e non di un trattato scientifico: il pubblico sta cercando di capirci qualcosa e preferirà di sicuro un linguaggio diretto, magari con qualche emoticon e qualche battuta divertente.
Scrivere delle frasi ricercate potrebbe rendervi noiosi e distaccati, mentre quello che vi serve è di attirare l’attenzione.

Quali argomenti usare per attirare il lettore

C’è chi è più empatico di altri e riesce a mettersi con facilità nella testa di chi gli sta attorno, e può quindi vantare un bel vantaggio nel marketing. Se non siete tra questi fortunati, tenente comunque presente che esistono delle linee guida sempre valide per approcciarvi con il pubblico.

1. Attirare la curiosità dei lettori

Il primo passo è far capire al lettore quali vantaggi avrà nel comprare la vostra opera. Chiedetevi: «Se qualcun altro avesse scritto un libro come il mio, cosa mi spingerebbe a comprarlo?». La risposta è il tema su cui dovrete far leva: può essere il tipo di insegnamento (se è un testo educativo), oppure una particolarità nell’ambientazione, oppure il fatto che sia stato ben visto da un famoso scrittore del settore.

Evitate di perdervi nel riassumere la trama e limitatevi a quelle parti che potrebbero incuriosire il pubblico. Poi aggiungete qualcosa che non sia legato alla trama, per esempio una frase divertente o il promemoria della vostra presenza in qualche libreria di paese. Ricordatevi, tra l’altro, di non svelare parti importanti della trama (volete forse farvi odiare dal pubblico?).

2. Pubblicità? No, grazie

Dobbiamo tenere presente che la gente non vede di buon occhio chi si promuove, perché è già troppo martellata dalle pubblicità in tutte le forme possibili. Se con la coda dell’occhio nota delle parole “strane”, è probabile che non finirà nemmeno di leggere il vostro post.

Come fare pubblicità al vostro libro senza fare pubblicità? Sembra un controsenso, però l’essere umano ha sviluppato una qualità unica tra le specie animali: la capacità di aggirare attorno  ai discorsi. Invece di fare aperta pubblicità all’opera, citatela, evidenziate un suo argomento, ricordate un passo; ma in ogni caso dovete apportare un contributo alla conversazione.

Il vostro libro non deve essere l’argomento principale, deve essere il contorno e deve essere pertinente. Se potete usarlo per rispondere a una domanda, fatelo pure: usare un testo come fonte non è sinonimo di pubblicità, ma di competenza.

3. Usare (quasi) sempre un linguaggio diretto

Essere online è ben diverso dal parlare in una conferenza. Vi state rivolgendo a un pubblico invisibile, che non nota le vostre espressioni e le micro-espressioni del vostro corpo: quando parlate con una persona, la vostra mente registra inconsciamente i piccoli atteggiamenti, ma questo non avviene online.

Di conseguenza il linguaggio deve essere più sciolto. A seconda di chi sia il vostro obiettivo, potete essere più o meno diretti, ma evitate sempre di essere pomposi e soprattutto evitate il «lei», che evidenzia un distacco sul piano sociale. Il vostro scopo, infatti, è di mettervi sullo stesso livello dei lettori, di creare empatia.

Se vi state rivolgendo a un pubblico «generico», a volte gli smile (le faccine) e i punti esclamativi “strategici” attraggono di più di mille parole.


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