Agenzie letterarie – Cosa sono e quando contattarle

Scrittore di libri all'opera

Una volta terminato un libro, ci aspetta la parte più difficile: contattare l’editore e promuoverlo. Le agenzie letterarie ci aiutano in questo compito, occupandosi di tutte le fasi economiche e burocratiche [1]

L’agente letterario è un professionista che si occupa di seguire l’autore nel realizzare l’opera e nel contattare gli editori per pubblicarla. Funge quindi da “mediatore” tra autore ed editore.

Nello specifico, un’agenzia letteraria può aiutare l’autore subito dopo che questi ha portato a termine il suo manoscritto, occupandosi della fase di revisione e di pubblicazione, consigliandolo sui passi da fare e sulle leggi da rispettare, tutelando i suoi diritti e gestendo le sue rendite, facendosi carico delle azioni da svolgere per promuovere l’opera sul mercato.
Tra questi compiti rientrano anche la decisione sul formato di stampa del libro, sulla copertina e sulla collana, e la stipula del contratto tra editore e autore.

Come detto, si tratta di un professionista dotato di esperienza nel campo, per cui pretende un pagamento in genere in percentuale sui ricavi di vendita, meno spesso come importo fisso.

Quando rivolgersi a un’agenzia letteraria

Le agenzie letterarie non sono indispensabili: l’autore può benissimo informarsi e prendersi carico di tutti i compiti che riguardano la realizzazione del libro, il contatto con gli editori e la successiva diffusione sul mercato.
Farsi mediare da un agente letterario, però, ha alcuni vantaggi non trascurabili.

Di seguito trovate un breve raffronto tra i pro e i contro che si hanno nell’affidarsi a un’agenzia letteraria. Si dà per assodato, naturalmente, di rivolgersi a delle persone competenti, che conoscono il loro mestiere e sanno come indirizzarvi al meglio: in caso contrario sono senz’altro da evitare.


Perché rivolgersi a un’agenzia letteraria

l’agente sa muoversi nel campo, per cui sa già come contattare gli editori senza perdere tempo (e far perdere tempo alle Case Editrici con domande “da principianti”). Conosce inoltre canali privilegiati che all’autore esordiente possono risultare inaccessibili.

sa quali editori contattare, perché si è informato sulle collane e sulle politiche editoriali (cosa non sempre immediatamente intuibile per l’autore che “sfoglia” i siti della Casa Editrice).

– se siete pigri, non avete il tempo o la voglia di informarvi sulle varie procedure da seguire, l’agente potrà togliervi un “peso” di dosso, visto che si occuperà di ogni questione amministrativa. Dopotutto scrivere, editare, pubblicare e diffondere un’opera richiedere veramente molto tempo.

– offre una scheda di valutazione dell’opera, con quella professionalità che parenti e amici non potranno fornirvi.

– può correggere errori ortografici e di forma che vi sono sfuggiti; anche qui parenti e amici sono spesso insufficienti, perché l’esperienza dimostra che guardano più alla trama del libro che alla composizione grammaticale. Questo servizio di editing, se previsto, è quasi sempre pagato a parte rispetto agli altri compiti, visto che si tratta di un lavoro intenso che richiede giorni di lettura.

si assicura che l’editore rispetti il contratto, visto che è anche nel suo diretto interesse. Soprattutto, visto che sa come muoversi, va oltre l’ “accontentarsi” delle prime proposte e cerca di ottenere le condizioni migliori di guadagno, anche in prospettiva del futuro.

Perché fare a meno di un’agenzia letteraria

– il vostro scritto subirà inevitabilmente delle modifiche, che potranno essere più o meno pesanti. Le modifiche si rendono necessarie per incontrare i gusti del pubblico – meglio, dell’editore – e pertanto potranno sostituire o togliere pezzi del vostro libro.

– le agenzie letterarie prevedono un compenso. Visto che l’autore guadagna di base una piccola fetta sul venduto, il compenso all’agente può incidere non poco. L’incidenza può farsi sentire maggiormente se l’agente prevede un pagamento fisso anziché in percentuale sul venduto.

– le agenzie letterarie sono, appunto, agenzie e sono votate al guadagno, non a valorizzare la vostra opera. In alcuni casi le loro scelte possono non piacervi. Nello specifico, gli agenti riescono a ottenere dei contatti con editori particolari, ai quali non possono sottoporre libri scadenti: quindi devono modificare l’opera all’occorrenza.

– non è detto che gli agenti compiano la scelta più economica per raggiungere lo scopo: agendo invece di vostra iniziativa potreste evitare le grosse spese.

Cosa pretendere da un’agenzia letteraria

La scelta se affidarsi o meno a un’agenzia letteraria spetta soltanto all’autore, in base alla sua disponibilità economica e alla sua predisposizione a darsi da fare autonomamente.
In ogni caso, se si vuole che la propria opera sia pubblicata come si deve, la scelta è tra due alternative: darsi da fare fino in fondo oppure rivolgersi a un agente esperto. La via di mezzo non porta mai a buoni frutti.

Partiamo dal presupposto che in entrambi i casi non è detto che il libro venga pubblicato: i fattori in gioco sono molti.
Se si decide di affidarsi a un’agenzia, se possibile conviene prima informarsi su di essa, per esempio controllando quali autori hanno pubblicato con essa.

L’autore dovrebbe pretendere dall’agenzia letteraria una scheda valutativa della propria opera. Questa parte è essenziale per due motivi:
– l’autore può rendersi conto degli errori, dei punti di forza e dei possibili miglioramenti
– se con l’agente non dovrebbe riuscire a pubblicare, non avrà comunque speso inutilmente la parcella, visto che ne avrà beneficiato sul “controllo qualità” della propria opera e potrà quindi modificarla per il futuro

Le opere rifiutate dalle agenzie

Come detto, le linee future dell’agenzia possono non piacere all’autore, che potrebbe trovarsi la sua opera modificata (naturalmente la modifica viene fatta tramite accordi tra le due parti).
Se l’agenzia ritiene l’opera buona, può decidere di contattare editori privilegiati o, alla peggio, una schiera di editori “minori”.

E se si rifiuta di contattare l’editore perché ritiene l’opera non sufficiente?
In questo caso, i soldi spesi sono irrecuperabili da parte dell’autore. E infatti non si dovrebbe nemmeno pretendere il ritorno del pagato: l’agente ha fatto il suo lavoro, controllando e valutando l’opera, e ha tratto le dovute conclusioni. Il lavoro va pagato, come in qualsiasi altro campo, perché l’agenzia ha i suoi costi: la struttura, i dipendenti, il tempo perso, ecc.
Si deve tener presente che il rifiuto dell’agente non è sinonimo di “menefreghismo” o di scarsa considerazione, ma dell’idea che l’opera presentata non possa essere pubblicata in alcun modo (che poi sia effettivamente così, è un’altra questione).

 


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  1. Marco Casetta

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