La colonia dell’apocalisse, dove alcuni italiani sono barricati aspettando il 2012

24 Marzo 2011 | Cultura e società

La fine del mondo

Le voci, vere o false che siano, dell’imminente fine del mondo annunciata dai Maya secoli fa sono ormai diventate un fenomeno di massa. Si parla del 21 dicembre 2012 come data ultima, dopo la quale ci sarà un cambiamento per l’intera umanità.

Sulla data si è molto disquisito e anche sul significato di “cambiamento” (che vuol dire tutto e niente), ma rimane il fatto che un numero spropositato di persone ha iniziato a crederci o comunque a considerare la catastrofe di livello mondiale come una possibilità concreta.

Una fortezza per l’apocalisse

È il caso di alcuni nostri connazionali. Trentotto famiglie italiane si sono ritirate nello Yucatàn, nello Xul, hanno preso cittadinanza messicana e hanno costruito una cittadella grazie all’aiuto degli abitanti del luogo, una vera fortezza che è giustamente chiamata Las de los Aguilas (“il rifugio delle aquile”).

La piccola città è visibile solo dall’alto, perché ovunque spiccano cartelli che vietano l’accesso e proibiscono addirittura la caccia.

Dall’alto si possono notare villette con ingressi blindati, indispensabili per resistere alle forze artificiali o naturali, brevi sentieri di congiunzione e piccoli laghi artificiali. Il complesso occupa non più di 800 ettari.

Le informazioni che abbiamo dall’interno sono rese dagli abitanti locali che hanno appoggiato il progetto e non sono poi molte, ma possiamo presupporre che gli uomini presidino le zone ventiquattro ore al giorno, probabilmente facendo uso di strumenti di comunicazione non soltanto elettronici. Le abitazioni (lussuose) sono sedici, dalle quali dipartono tunnel di collegamento, e hanno mura rinforzate abbastanza da sopportare le inondazioni e le temperature estreme.

Le famiglie hanno aderito all’associazione Quinta Essencia, che poco lascia trasparire di sé. L’unica cosa annunciata è che il suo obiettivo è «preservare l’equilibrio ecologico».

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