Introduzione

Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie.

– Carl Sagan

La prossima volta che intervenite in una discussione, provate a farvi questa domanda: «Posso dimostrare quello che dico, in modo che l’altro non possa dichiarare il contrario?». Se la risposta è no, probabilmente appartenete al gruppo di persone che preferisce usare la fede invece di cercare delle certezze.

Prima di tutto vediamo di chiarire i due concetti di base: la fede e la dimostrazione.

Fede e dimostrazione: una lotta infinita

Per fede non intendo solo quella religiosa, ma qualsiasi tipo di fiducia secondo cui, anche senza prove, si dà per scontato che un’affermazione sia reale. I motivi possono essere vari: per esempio ci lasciamo convincere da una persona famosa; oppure siamo cresciuti con una certa mentalità; oppure, semplicemente, ci piace pensare che sia vera e non accettiamo la possibilità che possa essere sbagliata.

Invece con metodo scientifico intendo una dimostrazione sul campo: un’affermazione non può essere considerata vera senza prima raccogliere dei dati, scartare le ipotesi che la rendono falsa e sentire il parare di diversi individui (possibilmente esperti).

Detto in altre parole, la fede è un approccio soggettivo e personale per dimostrare un fatto, il metodo scientifico è un sistema oggettivo che dovrebbe valere per tutti.

Leggendo le due descrizioni sembrerebbe evidente che il metodo scientifico debba prevalere, perché è più rigoroso e non lascia spazio a dubbi; o meglio, ne lascia meno. Eppure non è così. Perché il popolo, a volte anche ben istruito, ha un rifiuto verso la dimostrazione dei fatti? Perché parla di complottismo, di pseudoscienza e di religione come se fossero dei dati assodati, anzi preferendo spesso criticare chi ne sa più di loro?

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