L’impero soccombe alla democrazia – Monologo del Grande Dittatore, di Charlie Chaplin

21 Dicembre 2014 | Varie

Le opere di Charlie Chaplin

Charlie Chaplin ha fatto la storia del cinema, non soltanto per la struttura dei film che produceva, ma anche e soprattutto per i significati che vi includeva al loro interno: critiche, illusioni, speranze e un senso di rivoluzione, senza rinunciare alla comicità.

Tra i suoi capolavori si trova “Il grande dittatore” (in inglese The Great Dictator), opera del 1940 che ottenne cinque candidature al premio Oscar. La trama ricalca le paure di quei tempi. È ambientato ai tempi del nazismo e del fascismo, dove un barbiere ebreo (Chaplin) si ritrova a fare i conti con i problemi tipici del suo popolo e con l’amore difficile della giovane Hannah.

Il monologo al popolo

La trama la potete leggere sulla scheda di Wikipedia linkata sopra, ma qui sotto trovate il dialogo che ha reso il film tanto famoso: il monologo finale rivolto al popolo.

Vi consiglio di recuperare il video o di leggere il testo che ho trascritto subito sotto, perché senz’altro è qualcosa su cui riflettere e che dà un senso di esaltazione. Vi basti pensare che, proprio per la sua critica, il film fu vietato dai nazifascisti fino al 1945. La versione originale, naturalmente, è migliore del doppiaggio italiano, quindi per chi se la cava bene con l’inglese propongo anche il video autentico.

Al di là del fatto che siate a favore della democrazia o della dittatura, è un puro concentrato di critica sulla condizione dell’uomo e sull’idea che la società sia “guidata” da poteri ambigui, che ci rendono uguali e schiavi di un sistema corrotto e discutibile. Chaplin fa leva sul senso di solidarietà e di libertà – condizioni che anche oggi fanno fatica a emergere.

Trascrizione del testo – Libertà, uguaglianza, solidarietà

Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore. Non è il mio mestiere. Non voglio governare né comandare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato.

L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, condotti a passo d’oca verso le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenta e tutto è perduto.

L’aviazione e la radio hanno avvicinato la gente, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale. L’unione dell’umanità. Persino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo. Milioni di uomini, donne, bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di segregare, umiliare e torturare gente innocente. A coloro che ci odiano io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è soltanto un male passeggero, come la pochezza di uomini che temono le meraviglie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. Il potere che hanno tolto al popolo, al popolo tornerà. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.

Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi limitano, uomini che vi dicono cosa dire, cosa fare, cosa pensare e come vivere! Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Voi vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchina con macchine al posto del cervello e del cuore. Ma voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini! Voi portate l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo».

Non di un solo uomo, ma nel cuore di tutti gli uomini. Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, il progresso e la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare si che la vita sia bella e libera, di fare questa vita una splendida avventura. Soldati, in nome della democrazia, uniamo queste forze.

Uniamoci tutti! Combattiamo tutti per un mondo nuovo, che dia a tutti un lavoro, ai giovani la speranza, ai vecchi la serenità ed alle donne la sicurezza. Promettendovi queste cose degli uomini sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. E non ne daranno conto a nessuno. Forse i dittatori sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Combattiamo per mantenere quelle promesse. Per abbattere i confini e le barriere. Combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio. Un mondo ragionevole in cui la scienza ed il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!

Hannah puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia, guarda in alto Hannah, le nuvole si diradano comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce, vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità del loro odio della loro brutalità. Guarda in alto Hannah, l’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a me, a te, a tutti noi. Guarda in alto Hannah, lassù!

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