
La spaventosa tempesta di ghiaccio del 1998 a Montreal, in Canada, ha lasciato una traccia evidente nel DNA dei bambini che a quel tempo si trovavano in attesa di nascere [1]
I meteorologi l’hanno definita in seguito la forma più vicina alla “tempesta perfetta”, e a ragione: 4 milioni di persone sono rimaste senza elettricità e senza acqua, congelata nelle tubature. Gli alberi caduti e la strada ghiacciata hanno impedito i soccorsi per 6 giorni. Il riscaldamento non era accessibile e ha provocato 35 morti.
Le tracce di quello spaventoso evento continua a ripercuotersi tutt’ora nella gente di Montreal, ma non solo a livello emotivo.
Grazie a quello che è stato chiamato Project Ice Storm (“progetto tempesta di ghiaccio”), infatti, si è scoperto che i bambini che al tempo dei fatti si trovavano nel pancione delle loro madri recano nel DNA le conseguenze della tempesta.
La psicobiologa Lei Cao ha coordinato i colleghi dell’università McGill di Montreal, che già 5 mesi dopo la fine dell’evento hanno studiato 150 famiglie del posto.
Il progetto ha confrontato le cellule del sistema immunitario di 36 bambini con quelli di altri bambini che sono nati dopo la tempesta e le differenze non lasciano dubbi. Secondo i dati, si ipotizza che sia stata la prolungata mancanza di elettricità ad aver lasciato un segno indelebile.
E’ la prova che l’organismo dell’uomo è influenzato – ed è stato influenzato nei secoli di storia – dall’ambiente circostante, specialmente dal verificarsi delle grandi catastrofi.
Articolo su Plos One – DNA Methylation Signatures Triggered by Prenatal Maternal Stress Exposure to a Natural Disaster: Project Ice Storm
[1] http://studyfrenchmontreal.com/montreal_pictures