L’essere umano può vivere per sempre? Tutte le ipotesi realistiche e i contro

22 Febbraio 2015 | Mente e corpo umano

Circondati da minacce

La domanda può sembrare banale: un essere umano può vivere per sempre? Per ottenere una risposta dobbiamo prima interrogarci se l’essere umano, come specie, abbia la possibilità di poter vivere oltre la durata delle altre specie animali.

Su questo le prospettive non sono rosee. La storia insegna che, prima o poi, qualsiasi specie animale va incontro a un’estinzione naturale: abbiamo visto che in passato ci sono state ben 5 estinzioni di massa, che in un caso ha portato addirittura alla scomparsa del 96% della fauna marina. D’altronde, già nell’anno 536 una combinazione di eventi naturali ha portato a un inverno prolungato e alla scomparsa di alcune importanti civiltà umane.

Inoltre, abbiamo visto in un altro articolo che non solo la natura, ma anche l’uomo rappresenta un pericolo per se stesso: virus artificiali, tecnologie incontrollate e guerre nucleari sono solo alcuni dei motivi che potrebbero portarlo all’estinzione. Teniamo poi conto che viviamo su un pianeta dalle risorse limitate e che tra qualche milione di anni ci ritroveremo a fare i conti con il calore del Sole troppo intenso. Per non parlare di eventi catastrofici non prevedibili, come l’impatto di enormi meteoriti provenienti dallo spazio.

Queste, però, sono speculazioni troppo lontane nel tempo o che dipendono da eventi che potrebbero non verificarsi mai. Chiediamoci invece concretamente: se la Terra potesse ospitarci a tempo indefinito, è possibile che un corpo umano riesca a sopravvivere per milioni o miliardi di anni? L’uomo ha i mezzi per tenere il suo corpo in vita per un tempo così lungo?

Vi propongo una lista dei motivi per cui l’uomo potrebbe o non potrebbe vivere oltre la sua “vita naturale”. Se avete qualche altra idea di come l’uomo possa vivere al di là dei suoi anni, segnalatecelo nei commenti e provvederemo ad aggiungerlo all’elenco. Oppure fateci sapere cosa ne pensate a riguardo.

Il corpo umano non basta

Il corpo umano non è progettato per vivere oltre un certo numero di anni. La vita media si è allungata grazie alle tecnologie e alla medicina avanzata, ma le sue cellule possono moltiplicarsi solo per un numero limitato di volte: dopodiché decadono.

Per eliminare questo problema, serve una medicina abbastanza progredita da poter sostituire all’infinito le nostre cellule. Al momento siamo ben lontani da questo, ma non è detto che un giorno non si riesca a capire il funzionamento completo e a manipolarlo di conseguenza.

E non è detto che la natura stessa, a un certo punto, trovi il sistema per far rinnovare le cellule per un numero indefinito di volte. Dopotutto, ci sono stati casi di uomini centenari anche in passato, in tempi in cui la vita media era di 30-40 anni: come esempio si può citare Democrito, che visse probabilmente oltre il secolo.

La clonazione del corpo e della mente

Se non riuscissimo a tenere in vita il nostro corpo, potremmo sempre costruircene uno nuovo.
La genetica ci ha già permesso di clonare alcune specie animali (ricordate la pecora Dolly?) e non c’è motivo di non credere che possa farlo anche per l’uomo. Certo, si tratterebbe di una “copia” e non dell’individuo originale, per cui di fatto si darebbe inizio a una nuova vita invece di prolungare la nostra.

Ma c’è un’altra alternativa: l’informatica e l’ingegneria genetica. L’informatica procede con passi da gigante e lo stesso vale per la medicina. Se riuscissimo a capire completamente il funzionamento del nostro cervello, potremmo “trasferire” la mente in un corpo artificiale, fatto di acciaio e fili elettrici. Oppure potremmo fare un “backup” (una copia) di tutte le informazioni del nostro cervello e salvarle in un computer aspettando il giorno in cui riusciremo a trasferirle in un nuovo corpo.

Fantascienza? Per il momento, senz’altro. La mente umana è una delle cose più difficili da comprendere – proprio perché usiamo la mente umana stessa per capirla.

Sovrappopolazione: ci mancano le risorse

Il problema principale che già adesso dobbiamo fronteggiare è quello della sovrappopolazione. Se le persone vivessero più a lungo, le risorse del pianeta non basterebbero per tutti e ci ritroveremmo intere nazioni ridotte in povertà per favorire il benessere di poche nazioni. Si tratta di un equilibrio. La povertà porterà alla morte delle popolazioni nelle aree povere, mentre pochi “eletti” potranno sperare di vivere a lungo.

Realtà virtuale e nuovi pianeti su cui vivere

Una soluzione alla sovrappopolazione? Se come abbiamo detto prima l’uomo riuscisse a trasferire la sua mente in una realtà virtuale (“dentro internet”, tanto per capirci), non ci sarebbe bisogno di trovare un nuovo corpo dove vivere che consumi altre risorse: rimarremmo confinati nella realtà virtuale, dove interagiremo con altri come noi. Può sembrare assurdo, ma le nostre percezioni derivano dalla mente, per cui non ci accorgeremo nemmeno di essere in una realtà virtuale. C’è addirittura chi afferma che potremmo già essere all’interno di una realtà virtuale, senza saperlo.

Se l’idea non vi piace, per evitare lo spreco di risorse potremmo andare a “sprecare le risorse” di altri pianeti. Siamo ancora alle basi (teoriche, tra l’altro) per quanto riguarda i viaggi interstellari, per cui la costruzione di un’astronave per trasportarci è ancora molto lontana. Ma non è affatto impossibile e la NASA ci crede, tanto da aver progettato una navicella simile all’Enterprise di Star Trek. Sempre se troviamo altri pianeti adatti su cui vivere e se riusciamo a insediarci in modo pacifico – il che è un altro problema insormontabile da risolvere.

Etica: non tutti sono d’accordo e il carattere umano è instabile

Poniamo il caso che troviamo un sistema per manipolare il nostro corpo all’infinito. C’è chi non potrebbe essere d’accordo. Intanto entra in campo la religione, che potrebbe considerare innaturale prolungare la vita oltre quanto gli dèi ci hanno concesso (senza pensare, però, che sono stati loro a crearci e quindi a permetterci di raggiungere questo risultato).

Poi entra in gioco il valore etico. È giusto garantire la sopravvivenza solo a quei pochi che possono economicamente permetterselo? Oppure, se si decide di “selezionare” gli individui in base al merito, chi siamo noi per decidere chi deve vivere o morire?

Lo stesso discorso vale nel caso dei viaggi spaziali verso nuovi pianeti. Chi decide chi deve partire e chi invece deve restare?

Valutiamo poi la questione della realtà virtuale, cioè di trasferire la nostra mente in un mondo fittizio (in cui non ci accorgeremmo di esserci). Un hacker potrebbe entrare e manipolare le “informazioni” del nostro cervello, facendoci credere di essere qualcun altro. E poi è giusto tenere “inscatolate” le menti e dare loro una realtà fittizia?

Infine, consideriamo che una vita lunga milioni di anni cambierebbe radicalmente il nostro punto di vista e la nostra mentalità. Si prenderebbero le cose con più calma e, dopo aver visto le cose più interessanti, si arriverebbe a una sorta di indifferenza: sorgerebbero depressioni, apatie, tentativi di suicidi. Se capitasse un lutto, quale sarebbe la reazione in una società poco abituata alle morti?

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