Quante probabilità ci sono di contattare una vita extraterrestre?

10 Febbraio 2013 | Extraterrestri

Frank Drake

Per vita extraterrestre si intende qualsiasi forma di vita che risieda al di fuori dell’atmosfera terrestre. Non comporta, quindi, che questa esistenza sia necessariamente intelligente o cosciente di sé. Anche un virus è considerato una forma di vita.

Visto sotto questo aspetto generale, le probabilità di incontrare vita extraterrestre sono basse, ma non tanto remote. Consideriamo per esempio che, secondo una teoria chiamata panspermia, la scintilla che ha innescato la prima forma di vita sulla Terra sarebbe stata portata dalla spazio. Si tratta di una teoria, ma del tutto verosimile.

Spingiamoci più in là e poniamoci la vera domanda che incuriosisce gran parte di noi: matematicamente, quante probabilità ci sono per i terrestri di entrare in contatto con una civiltà extraterrestre intelligente? L’astrofisico Frank Drake, nel 1961, ha formulato un’equazione il cui scopo era di arrivare a rispondere a questa domanda con dei numeri concreti.

La formula prende il nome dal suo creatore, equazione di Drake, ma viene anche chiamata equazione di Green Bank (Green Bank era sede dell’osservatorio astronomico dove Drake compì le prime ricerche di segnali radio provenienti da extraterestri). Sia chiaro che la formula non parla di “incontri ravvicinati”, ma di entrare in contatto: il che non esclude, per esempio, che riguardi l’arrivo di un segnale radio sulla Terra lanciato da una civiltà extraterrestre.

L’equazione di Drake

La formula è la seguente:

N = R* x fp x ne x fl x fi x fc x L

Non è così complicata come si crede. Si tratta in realtà di parametri numerici (espressi da simboli tanto per distinguerli) moltiplicati tra loro. Per la precisione:

N => il risultato da trovare dell’equazione. È il numero di civiltà extraterrestri con cui potremmo stabilire un contatto, limitato all’interno della Via Lattea

R* => tasso medio nell’anno con cui si creano nuove stelle nella Via Lattea. In realtà, questo parametro andrebbe riscritto più correttamente affermando che si tratta del «tasso medio di stelle che si formavano qualche miliardo di anni fa» (visto che i pianeti su cui si trova una possibile vita intelligente devono essersi formati miliardi di anni fa)

fp => numero di stelle che possiedono pianeti

ne => numero (medio) di pianeti per ogni sistema solare che potrebbe ospitare un qualsiasi tipo di vita

fl => numero di pianeti in cui si è effettivamente sviluppata la vita, prendendo come base ne

fi => pianeti sui quali si è creata vita intelligente, prendendo come base fl

fc => civiltà extraterresti capaci di comunicare

L => stima di quanto le civiltà evolute possono esistere prima di scomparire

Quanto è effettivamente utile l’equazione di Drake?

Come vedete, se concettualmente l’equazione è precisa, non lo è per quanto riguarda i numeri concreti. Infatti sono molti i dati che non sappiamo o sappiamo essere incerti (per esempio, come facciamo a sapere effettivamente qual è il numero di pianeti in cui si è sviluppata la vita?). Inoltre, non sono tenuti in considerazione altri parametri come la possibilità che una vita intelligente abbia potuto colonizzare altri pianeti (allargando quindi la loro possibilità di sopravvivere) o la possibilità che una civiltà scomparsa possa essere sostituita da un’altra civiltà appena creata naturalmente.

A ogni modo, sono stati immessi dei valori (largamente) “stimati” e l’equazione di Drake darebbe come risultato (largamento incerto):

7 × 0,5 × 2 × 0,33 × 0,01 × 0,1 × 10 000 = 23,1

Cioè teoricamente avremmo la possibilità di entrare in contatto con 23 civiltà extraterrestri intelligenti che abitano all’interno della Via Lattea.

In definitiva, in mancanza di dati sull’esistenza di civiltà extraterrestri, non abbiamo nessun modo certo per stabilire quante probabilità abbiamo di incontrare vita intelligente esterna alla nostra atmosfera. L’unica cosa certa che sappiamo è che l’equazione non può dare un risultato inferiore a 1. Infatti, esiste almeno una civiltà in grado di comunicare con noi: noi stessi (e la formula deve tenerne conto). Qualsiasi calcolo che porti a un numero inferiore a 1 deve quindi essere rivisto.

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