Il gioco di ruolo non è solo un gioco. Sviluppa mente, socialità e creatività

2 Luglio 2019 | Giochi ed enigmi

Una delle domande più difficili che potete fare a un giocatore è: «Cos’è il gioco di ruolo?». Perché, a tutti gli effetti, si fa prima a dire cosa non è.

Il numero di partecipanti cresce di anno in anno. All’interno trovate di tutto: immaginazione, interpretazione, divertimento, serietà, strategia, casualità e (in tempi più moderni) l’uso della tecnologia. Aiuta a tenere la mente attiva e a fare gruppo, a volte vi costringe a imparare la matematica e a usare il pensiero laterale.

Se dobbiamo descriverlo in breve, il «gioco di ruolo» (abbreviato con «GdR») è un gioco di interpretazione: i giocatori immaginano un mondo — che creano da zero con la fantasia o prendendo spunto dal mondo reale — e quindi si immedesimano in un personaggio da interpretare all’interno di questa ambientazione. Detto in un altro modo, si trasformano nel personaggio per qualche ora e fingono di vivere in quel mondo immaginario.

Non fate l’errore di considerarlo un gioco per bambini. Tenete conto che ci sono adulti al di sopra dei 40 anni che continuano a giocarci e che si tratta di un settore con un fatturato di milioni di euro!

Quello del GdR è un universo davvero enorme e in continua espansione, per cui con questo articolo posso solo toccare la sua superficie. Il mio scopo è di mostrarvi come funziona (se non lo conoscete), le sue potenzialità e l’importanza che può avere nello sviluppo dei vostri figli. Ma prima di tutto è bene fare una panoramica sui vantaggi e sulle critiche.

Utilità dei giochi di ruolo e critiche

Nutrimento per la mente

I giocatori devono non solo interpretare il loro personaggio, ma anche farlo interagire con il mondo attorno. Devono pensare, inventare, elaborare strategie, parlare e indagare.

L’utilità di un simile gioco nella mente dei ragazzi (e degli adulti) si può intuire. Innanzitutto, sviluppa il senso di gruppo e la socialità. Migliora l’oratoria e attiva aree del cervello che normalmente si usano poco. Per chi è poco portato al dialogo è un enorme aiuto, perché porta a interagire senza esporsi: infatti si interpreta un personaggio, quindi non ci si mette “in gioco direttamente”, ma nello stesso tempo si impara a dialogare. Aumenta l’autostima, la percezione di sé: si esplora sé stessi.

In secondo luogo, attiva aree del cervello predisposte alla memoria e alla creatività. Non tralasciamo poi il fattore divertimento: permette di trascorrere qualche ora in compagnia degli amici. Questo porta a diminuire lo stress, a staccare dalla frenetica vita quotidiana, e il suo effetto continua anche a fine sessione, perché i giocatori ne parleranno “fuori gioco”, decidendo come muoversi alla prossima sessione o com’è andata quella appena giocata.

Le critiche

Quando non si conosce qualcosa, le critiche immotivate si fanno strada. Soprattutto nei decenni scorsi ci sono stati dei periodi in cui i GdR erano visti come dei “giochi demoniaci”, perché spingevano i giocatori a immaginare dei combattimenti (quindi istigavano alla violenza) oppure a interpretare dei personaggi malvagi (sì, è possibile fare anche questo in un GdR) all’interno di ambientazioni crude. Spesso sono stati additati come la causa di certi comportamenti asociali che si stanno diffondendo.

Gli psicologi naturalmente non hanno mai appoggiato delle critiche simili, che nascevano quasi sempre dai genitori preoccupati o dai puristi religiosi. Abbiamo visto sopra i vantaggi. Credere davvero che interpretare un personaggio crudele porti il bambino a crescere a sua volta violento, è come dire che dovremmo essere tutti degli assassini seriali perché leggiamo un thriller, guardiamo un film horror o sentiamo le notizie di omicidi al telegiornale.

È un fatto che il GdR abbia delle iniziative negli ospedali, negli istituti penitenziari e nelle scuole; e che sia usato in certi ambiti aziendali (in forme “leggere”) per aumentare le capacità dei dipendenti. Sono nati addirittura dei sistemi GdR per aiutare chi soffre di dislessia, disgrafia o di sindrome di Asperger.

L’unica critica che può trovare un fondamento è il fatto che, in alcuni casi, il GdR può rappresentare un luogo dove il bambino timido si rifugia per stare lontano dal mondo. Ma anche qua si tratta di una critica poco sensata: non è il GdR a chiudere il carattere del bambino (caso mai potrebbe aiutarlo a uscirne), è il ragazzino stesso a usare il gioco come tentativo di “esporsi” pur restando nella sua area di sicurezza.

Come funziona un gioco di ruolo

Se non avete mai giocato di ruolo, non è facile capire di cosa si tratta. La prima volta si trovano tutti un po’ spaesati, proprio perché è un gioco diverso dal solito.

Funziona così.

Il gruppo è composto da un numero imprecisato di giocatori e da un individuo “che dirige”. Quest’ultimo, a seconda del gioco di ruolo, prende nomi diversi: master, narratore, ecc. Ci sono anche casi particolari in cui il narratore non esiste e sono i giocatori stessi a fungere, a turno, da narratori.

Di comune accordo, giocatori e narratore decidono un sistema di gioco. A fondo articolo trovate una lista da cui partire, ma il più famoso è Dungeons and Dragons, presente sul mercato dal 1974 e arrivato ormai alla quinta edizione. Ogni sistema di gioco ha le sue regole base da seguire, che possono essere estremamente semplici o molto complesse e dettagliate.

1. Scegliete un mondo di gioco

A questo punto il narratore crea il suo mondo o ne usa uno messo a disposizione da altri. Può segnarsi i dettagli su un foglio o tenersi tutto nella testa; i narratori più esperti sono capaci di creare sul momento i dettagli del mondo. Quello che importa è dare una continuità, cioè lasciare immaginare ai giocatori che il mondo attorno a loro sia già costruito e che possano muoversi al suo interno senza avere limiti.

Tanto per capirci, non è come nei videogiochi, dove a un certo punto del cammino si trovano barriere insuperabili perché “non pensate” dal gioco: qua serve immaginazione e se il narratore vuole bloccare i suoi giocatori dal visitare un certo posto, dovrà trovare una scusa plausibile (per esempio un incendio, un gruppo di banditi, un lago di acqua acida).

2. Create l’avventura

Il narratore ha così creato l’ambiente attorno, il mondo in cui si giocherà. Adesso dovrà pensare a un’avventura vera e propria, cioè stabilire una trama in cui i giocatori si troveranno a vivere e degli obiettivi: possono essere la ricerca di un tesoro, la liberazione di un regno da un tiranno, l’aiuto a un popolo oppresso.

È la parte più complicata. Il narratore dovrà pensare agli ostacoli, ai nemici, ai personaggi che interagiranno con i giocatori, ai negozi dove potranno acquistare. Dovrà informarsi sulla storia reale per trasporla (per esempio, capire com’era la struttura sociale del medioevo). Esiste un’infinità di avventure già pronte a cui affidarsi; molti narratori, però, preferiscono creare le avventure di testa propria.

3. Create i personaggi

Mentre il narratore butta giù gli appunti per l’avventura, i giocatori sceglieranno le loro «schede giocatore». In pratica, penseranno a come vogliono il loro personaggio nell’aspetto e nel carattere e scriveranno le sue statistiche secondo le regole del sistema di gioco.

Nella scheda avranno dei campi numerici da compilare (punti ferita, incantesimi da poter lanciare, armi da usare), ma dovranno anche stabilire qualcosa di più astratto: una biografia e il carattere del loro personaggio. Saranno questi dettagli a definirlo.

In alcuni sistemi di gioco i dati  numerici possono non esserci, ma ci sarà sempre lo spazio per definire il carattere, perché il gioco di ruolo si basa su questo: l’interpretazione di un personaggio fittizio. E il giocatore dovrà immedesimarsi nel miglior modo possibile, “trasformandosi” nel personaggio un po’ come succede a teatro.

I giochi di ruolo nei tempi moderni

Negli ultimi due decenni il mondo dei GdR è cambiato. La tecnologia e internet ci spingono ad avere sempre meno tempo e a interagire sempre meno direttamente con gli altri; alcune amicizie si allontanano per lavoro, ci si trasferisce e trovarsi a casa di qualcuno diventa impossibile. Di conseguenza sono nati GdR “veloci”, con poche regole da imparare e che richiedono poca preparazione prima della sessione di gioco.

Da questo punto di vista, il GdR ha subito un danno, perché uno dei suoi pilastri di forza è proprio l’interazione reale: trovarsi dal vivo o vedersi in rete sono due situazioni ben diverse. Ma chi non ha la possibilità di crearsi un gruppo dal vivo, può farlo attraverso internet.

Forum, chat, video

Se avete perso i contatti con qualcuno, potete comunque usare dei programmi per computer pensati per comunicare (come Skype): vi permettono di vedervi e di parlare in tempo reale, e quindi di condurre una sessione di GdR senza troppi problemi (sempre se avete una banda internet decente).

Non riuscite a organizzare un orario di ritrovo? Nessun problema, avete delle valide alternative. Esistono dei forum specializzati in cui potete iscrivervi e partecipare come giocatori (o come narratori): in questo caso non parlerete, ma scriverete a turno un post dopo l’altro, creando una specie di racconto. Il vantaggio è che potrete rispondere quando troverete il tempo. Questo sistema di gioco va sotto il nome di «play by forum» («giocare dal forum»). Un altro modo simile per giocare è per corrispondenza via email, con un botta e risposta mettendo in copia tutti i partecipanti.

Oppure potete dedicarvi al «play by chat», cioè usare una chat qualsiasi (Telegram, Whatsapp o siti specializzati che offrono delle chat): funziona come il forum, ma in questo caso scriverete più di frequente, sempre stabilendo delle regole per non sovrapporvi con gli altri.

Tecnologie di supporto al gioco

La tecnologia ha portato comunque alcuni vantaggi al GdR. Grazie ai computer, ai tablet e agli smartphone il narratore può aggiungere una colonna sonora a tema durante il gioco, far ascoltare il tuono del temporale per indicare l’arrivo del brutto tempo, mostrare un’immagine ai giocatori senza doverla descrivere.

Inoltre nascono di continuo delle applicazioni di supporto: generatori di personaggi o di nomi casuali, programmi per scegliere il tempo atmosferico o per fare i calcoli più complicati.

Come dicevo a inizio articolo, è un settore che fa smuovere milioni di euro, tanto che ci sono aziende che hanno cominciato a investire per realizzare dei programmi adatti. Provate a immaginare cosa succederà quando gli ologrammi prenderanno piede…

I giochi di ruolo più diffusi

Ogni tanto esce un nuovo sistema di gioco e negli ultimi tempi stanno diventando piuttosto numerosi, un po’ per passione e un po’ perché il GdR sta conoscendo un boom improvviso in questo periodo. Quindi è difficile fare una lista dei sistemi più diffusi: di seguito vi propongo alcuni dei GdR più conosciuti in ordine alfabetico, con le loro abbreviazioni e i link per approfondire.

  • Cyberpunk 2020 (CP2020): come dice il nome, l’ambientazione è di stampo cyberpunk. Si concentra molto sull’azione, sul combattimento, sull’alta tecnologia e sugli innesti nel corpo umano. A seconda del gusto dei giocatori, potrebbe anche essere un GdR basato sulla psicologia e la sociologia.
  • Dungeons & Dragons (DnD): il capostipite dei GdR e ancora oggi il più diffuso, arrivato ormai alla quinta edizione. L’ambientazione è quasi sempre fantasy, ma si presta a essere adattata. La versione Dnd 3.5 è stata a lungo la più venduta, ma se è la prima volta che giocate vi consiglio di usare direttamente DnD 5 (evitate in assoluto Dnd 4).
  • Exalted: un gioco di fantasy estremo, che richiama le ambientazioni tipiche dei manga e degli anime. I giocatori dovranno interpretare dei personaggi di grande forza e potere; il regolamento è piuttosto semplice da imparare.
  • Il Richiamo di Cthulhu (CoC): ha un’ambientazione horror basata sui famosi libri di H. P. Lovecraft, dove il clima è piuttosto crudo; quindi non è un GdR adatto a tutti, ma è molto realistico e le meccaniche di gioco sono semplici, perché si basano sul tiro di abilità.
  • Pathfinder (PFGDR): nato come supporto di DnD 3.5, è diventato subito piuttosto popolare e nel 2014 è stato tra i GdR più venduti.
  • Star Wars: basato sulla famosa ambientazione di Guerre Stellari, la meccanica di gioco è molto simile a quella di DnD (perché entrambi si basano sul sistema chiamato «d20 System»).
  • Vampiri: la masquerade (VtM): i giocatori interpretano dei vampiri, in mezzo a una classica ambientazione gotica; anche in questo caso è un GdR adatto a un pubblico più adulto. Fa parte di un universo più ampio chiamato «Mondo di Tenebra», che comprende varie ambientazioni.
Fonti principali
Anni di esperienza personale
Etichette
Etichette:, ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.