Quali sono gli effetti del vento solare sugli altri corpi celesti? Può spingere delle vele astronomiche?

5 Marzo 2012 | Fisica e chimica

Venti stellari

Di vento solare non c’è n’è uno solo, nel senso che ogni stella ha un proprio “vento stellare”. Gli astri di questo tipo, infatti, emettono delle particelle che sono formate per il 5 % da corpi ionizzati (detti particelle alfa) e per il 95% da protoni ed elettroni che, grazie all’alta temperatura (oltre il milione di gradi sulla corona), sfuggono alla gravità e si spargono nello spazio attorno. Si calcola che il sole perda ben 800 milioni di kg di particelle al secondo, che si trasformano in vento solare.

Le particelle sono cariche e pertanto formano delle correnti magnetiche che vanno a investire gli altri corpi celesti del sistema solare, fino a una distanza di circa 24 miliardi di chilometri, cioè 160 Unità Astronomiche (vedi cos’è un’Unità Astronomica).

La forza del vento solare si disperde con la distanza e, a un certo punto, avrà una densità minore del gas e delle polveri (il mezzo interstellare) che si trovano nella nostra galassia. Questo è il vero limite della “bolla” che racchiude il vento solare (la eliosfera) e può essere considerato il confine del sistema solare. Dove questo confine arrivi, in realtà, non è ben chiaro e sono in corso degli studi per stabilirlo.

Effetti del vento solare

Le perturbazioni magnetiche si avvertono anche sulla Terra. Qua arrivano a una velocità che può raggiungere i 900 km/s, causando delle tempeste geomagnetiche; in casi eccezionali possono addirittura provocare danni agli strumenti elettronici e ai satelliti che continuano a orbitare attorno al pianeta. La parte coinvolta dal vento solare sulla Terra è chiamata “magnetosfera” e, a causa della rotazione del Sole, risulta a forma di spirale. È grazie a questo fenomeno, per esempio, che possiamo assistere alle affascinanti aurore nei pressi dei poli terrestri.

Ma i suoi effetti sono ben visibili anche nello spazio. La coda delle comete punta sempre in direzione opposta al Sole: è l’effetto del contrasto con le particelle magnetiche, che spinge verso l’esterno il ghiaccio attorno al corpo.

Alcuni scienziati dell’IFSI, inoltre, ipotizzano che milioni di anni fa Marte sia stato coinvolto da una forma di vento solare piuttosto marcata (il Sole era più giovane di adesso) che ha portato lentamente alla sua logorazione e a disperdere le sue particelle nello spazio. Sarebbe uno dei motivi che portò all’aridità attuale di Marte. Si tratta comunque di una teoria molto azzardata perché logica vuole che, se davvero l’ipotesi fosse corretta, allora al tempo della creazione del sistema solare il vento doveva essere così intenso da impedire persino la formazione dei pianeti.

Perché gli scienziati sono tanto interessati a studiare gli effetti del vento solare? Se scoprissero completamente il suo funzionamento, potrebbero pensare di costruire delle vele astronomiche capaci di spostarsi grazie al campo magnetico del Sole (un po’ come le navi a vela si spostano sull’oceano grazie al soffio del vento). Questo significherebbe un enorme risparmio in termini di energia e di carburante, senza contare che (virtualmente) sarebbe possibile spingere un mezzo fino ai confini del sistema solare.

Fonti principali
Etichette
Etichette:, ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.