La Teoria del Caos: come l’effetto farfalla influenza la storia e il tempo atmosferico

21 Luglio 2011 | Fisica e chimica

Introduzione

Avete sentito parlare dell’«effetto farfalla»? Sicuramente un suo cenno vi sarà arrivato guardando dei film di particolare sensazione, come Butterfly Effect (che tradotto significa, per l’appunto, “effetto farfalla”), oppure la trilogia di Ritorno al futuro.

Anche se usato di recente, il termine proviene dal lontano 1979, il 29 dicembre per la precisione, coniato dal fisico Edward Lorenz durante una conferenza; ma già nel 1950, Alan Touring aveva avanzato un ragionamento simile, che è stato poi recuperato dallo scrittore Ray Bradbury e diffuso al pubblico grazie al suo libro A Sound of Thunder.

Cos’è l’effetto farfalla?

Riprendendo le parole (semplificate) che Lorenz pronunciò alla conferenza:

Il battito delle ali di una farfalla in Brasile, può provocare una tromba d’aria nel Texas.

Da qui il nome della teoria. In un modo un po’ più sofisticato, Touring lo annunciava in questo modo:

Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una  valanga, o la sua salvezza.

Alla base del fenomeno, sta dunque il fatto che il minimo cambiamento può significare una storia del tutto diversa. Da un’azione svolta o non svolta, oppure svolta in modo diverso, possono nascere futuri ed eventi imprevedibili. Se spostiamo un sasso più in là dal marciapiede, potremmo creare un futuro del tutto diverso da quello che si avrebbe lasciando il ciottolo dove si trovava.

Un esempio: prende l’autobus oppure andare a piedi?

L’esempio più semplice potete averlo nella vita quotidiana. Prendiamo il caso dell’autobus: potete decidere se prenderlo o meno per arrivare al lavoro.

Poniamo che prendiate l’autobus. Dieci minuti e le porte si aprono, scendete in strada, salite in ufficio e, arrivati alla scrivania, vi accorgete che c’è una mole di lavoro inaspettato che vi aspetta. Un po’ come tutti i giorni.

Poniamo adesso che abbiate scelto di andare al lavoro a piedi. Vi siete alzati prima per non arrivare in ritardo e, guarda caso, lungo il percorso (che di solito non fate perché siete in autobus) incontrate un vostro vecchio compagno di scuola. Fate due chiacchiere e scoprite che in realtà non è più un perditempo incallito, ma l’importante manager di un’azienda, che conoscendo la vostra preparazione vi propone per un posto prestigioso.

Due futuri completamenti diversi, dovuti a un’unica, piccola scelta. Nel primo siete un dipendente come molti, senza nessun cambiamento positivo all’orizzonte, nel secondo avete serie possibilità di carriera.

Questo è l’effetto farfalla.

Un effetto farfalla esteso al mondo intero

Spingiamoci un po’ più oltre. Se lo guardate da un punto di vista esterno, scoprite che le piccole scelte potrebbero influenzare non soltanto la vostra giornata o la vostra vita, ma addirittura la vita della vostra città, del vostro Stato o (su larga misura) del mondo intero.

Facciamo un esempio più complicato e più interessante. Gran parte degli scienziati sono concordi nel ritenere che la linea evolutiva che ha portato alla nascita degli esseri viventi sia stata innescata da una creatura unicellulare. In verità esistono versioni alternative, ma per il momento diamo per scontato che davvero la vita abbia avuto origine da una cellula primordiale.

Se questa cellula non fosse mai esistita o fosse stata in qualche modo uccisa, la vita sulla Terra forse non si sarebbe mai sviluppata, oppure si sarebbe sviluppata in un modo completamente diverso. La cellula non sarebbe diventata un pesce con i secoli, il pesce non avrebbe preso la via della terra e non avrebbe dato vita agli anfibi e ai rettili.

Si tratta di una reazione a catena che avrebbe precluso la possibilità ai mammiferi di esistere e, di conseguenza, all’uomo stesso di prendere forma. Nessuno di noi esisterebbe. Se l’uomo vive, nasce, respira e si evolve, lo dobbiamo a quell’unico evento che ha potuto generare la nostra cellula primordiale.

Caos non significa disordine

Se avete seguito il discorso, capirete che non è così facile prevedere, per esempio, il tempo atmosferico. Si può fare a distanza di due o tre giorni, ma nel lungo termine ci sono troppe variabili da tenere conto. Può essere che una brezza vanifichi tutte le previsioni. Oppure che una somma di effetti – folate di vento, cappe di calore impreviste, esplosioni di vulcani – causi un clima del tutto diverso. Per questo non dovreste fare affidamento su chi “prevede” il tempo a distanza di settimane o addirittura di mesi.

Un’ultima e importante precisazione: “caos” non è sinonimo di “disordine”. Il caos indica più che altro un ordine così complesso da non riuscire a essere comprensibile dall’uomo. La Teoria del Caos si basa quindi su un ordine, una sequenza ben definita ma così piena di variabili da essere imprevedibile.

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