
Studi recenti hanno dimostrato che la luce artificiale è dannosa tanto alla salute dell’uomo, quanto all’ambiente, agli animali e alle piante. Con conseguenze a volte disastrose [1]
Anche troppo.
La quantità di luce che si sparge dalle città, soprattutto metropoli, è ormai fuori controllo e va oltre le normali esigenze dell’uomo. Tanto per fare un esempio, secondo un rapporto del 2001 metà degli europei e due terzi degli statunitensi non riesce a vedere la nostra Galassia a occhio nudo.
Il risultato è una serie di danni – all’ambiente e a noi stessi – di cui non ci rendiamo conto. La nostra salute è messa a rischio e gli animali ne sono scombussolati. Non per niente si parla spesso di «inquinamento luminoso».
Un autore su Listverse ha riportato un elenco di 10 aspetti del nostro pianeta che la luce sta irreversibilmente danneggiando. Da questa fonte (che trovate a fondo pagina) sono risalito oltre e mi sono addentrato in profondità, arrivando a scoprire studi e notizie poco rassicuranti.
Visto che un articolo unico sarebbe stato piuttosto lungo, ho preferito suddividere l’argomento in due parti.
Nella prima parte ci occuperemo dell’impatto che la luce artificiale ha sull’uomo, sul suo fisico e sulla sua mente. Nella seconda parte vedremo, invece, gli effetti su piante, animali e ambiente in generale.
Per chi volesse approfondire, a fondo pagina trovate tutte le fonti originali che sono state usate per la ricerca.
>> Parte seconda: L’impatto su animali e piante
Troppa luce rende la nostra mente confusa

Ovunque andiamo, in una città, siamo bombardati dalla luce innaturale. Alla lunga, il nostro normale ciclo fisico viene alterato [2]
Anche il loro fisico era compromesso: ingrassavano e avevano uno sviluppo anomalo di insulina e leptina, due ormoni usati nel normale metabolismo.
Geneticamente, i topi sono molto simili a noi, quindi dall’esperimento possiamo farci un’idea di quali danni possa provocare la luce artificiale al nostro ritmo circadiano, cioè al nostro “orologio interno” (che si basa sul ciclo naturale delle 24 ore suddiviso tra giorno e notte).
Cosa comporta nello specifico l’alterazione del ritmo circadiano? Sostanzialmente, significa uno sfasamento della nostro routine: il corpo non saprà più di preciso quando è tempo di mangiare, di dormire o di digerire. E’ il motivo per cui sono aumentate le cause dell’insonnia, un vero e proprio problema sociale: abbiamo già trattato in profondità le conseguenze della mancanza di sonno.
I problemi alla salute causati dalla luce artificiale
Gli studi sulle conseguenze della luce artificiale sull’essere umano sono iniziati da poco, proprio perché solo di recente qualcuno ha cominciato a interrogarsi sui suoi effetti negativi. Dopotutto, si tratta di una luce innaturale, a cui il corpo umano non può adattarsi in pochi decenni.L’American Medical Association ha effettuato uno studio per stabilire la relazione tra la luce artificiale e i problemi di salute fisici nell’essere umano. Sembra che sia stata trovata una correlazione con un abbassamento del sistema immunitario e addirittura con la comparsa del cancro al seno e alla prostata.
L’Assemblea Parlamentare d’Europa è andata oltre, scoprendo una correlazione con il diabete, la depressione, la difficoltà di concentrazione e l’obesità.
“10 modi in cui la luce sta danneggiando il mondo”, articolo su Listverse (inglese)
“I topi mantenuti in un’attività innaturale diventano confusi” (inglese)
“Effetti sulla salute a causa dell’inquinamento luminoso”, articolo del 2009 sul sito della NCBI
“Sull’inquinamento del rumore e della luce”, articolo dell’Assemblea Parlamentare
“Effetti della luce artificiale notturna sulla vita selvaggia” (inglese)
“I pipistrelli e la luce” (inglese)
“Impatto delle luci artificiali notturne sulla migrazione dei pesci” (inglese)
“L’inquinamento luminoso danneggia le piante nel loro ambiente” (inglese)
“L’inquinamento luminoso uccide gli uccelli nel loro ambiente” (inglese)
[1] http://www.1zoom.me/de/wallpaper/351308/z2358.3/
[2] http://gde-fon.com/download/city_megalopolis_road_machinery_Blur/404145/1680×1050
[3] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2627884/