
Le tre piramidi della piana di Giza, in Egitto. La Grande Piramide di Cheope è l’unica tra le sette antiche meraviglie a essere ancora in piedi (4)
La Grande Piramide di Giza è sicuramente il più conosciuto tra gli enormi monumenti costruiti nell’antichità. Su questa enorme struttura – un miracolo architettonico – sono stati fatti innumerevoli studi, sono state avanzate miriadi di teorie e combattute vere e proprie “guerre” tra esperti che mettevano a confronto i dati storici con le idee tipiche della pseudoarcheologia (quella branca di archeologia che la scienza rifiuta ufficialmente).
Attribuita a Cheope (o Khufu o Khufwey), faraone della IV dinastia collocabile tra il 2630 e il 2510 a.C., è l’unica tra le sette meraviglie del mondo antico a essere sopravvissuta alla storia.
L’assegnazione della piramide a Cheope deriva da rilevazioni effettuate sui libri dello storico greco Erodoto, che vide il monumento nel V secolo a.C., e dal ritrovamento di geroglifici su alcune pietre interne alla piramide.
In realtà, uno dei dubbi verte proprio su chi sia il vero possessore della Grande Piramide: la camera funeraria è stata trovata senza iscrizioni e decorazioni, un fatto piuttosto singolare considerando la grandezza del faraone e la quantità di iscrizioni trovate sulle altre opere costruite dallo stesso Cheope; senza contare che era usanza degli antichi egizi ricoprire ogni architettura costruita con incisioni e nomi destinati a essere ricordati nei secoli.
Ancora, la camera funeraria era completamente spoglia. Tutte le camere funerarie dei faraoni, com’era tradizione, veniva colmate di tesori e di oggetti vari (persino mobili e letti intarsiati in oro) per accompagnare il sovrano nell’oltretomba.
La domanda sorge spontanea: come hanno potuto i ladri di tombe trafugare tutti questi tesori, in una stanza che si trova a 45 metri di altezza e che è accessibile attraverso un’unica galleria otturata da pesanti blocchi di granito? Aggiungiamo che la pendenza della galleria per arrivarci è di ben 26°, il che avrebbe reso problematico il trasporto dei tesori, spesso molto pesanti.
È chiaro che le risposte possono essere due soltanto: quella camera funeraria non è mai stata usata né riempita di tesori, oppure i ladri hanno usato una tecnica che dopo anni di ricerche ancora ci sfugge.
Ma le stranezze di questa piramide non finiscono qua, anzi. La parte migliore esce quando iniziamo a considerare le sue maestose misure matematiche, un vero e proprio mistero di perfezione che, a tutt’oggi, possiamo replicare soltanto facendo uso di una tecnologia avanzata.
La perfezione scritta nella matematica

La Grande Piramide è composta da 2,3 milioni di blocchi che pesano fino a 70 tonnellate ciascuno. Un tempo era anche rivestita sulla sommità da lastre lucenti (2)
Vediamo qualcuna delle sue misure.
Altezza
146,6 metri era l’altezza originaria. Oggi misura 136,86 metri.
Area di base
53.074,94 m2
Lunghezza dei lati
Lato nord: 230,2505 metri
Lato ovest: 230,3565 metri
Lato est: 230,3905 metri
Lato sud: 230,4535 metri
Angoli interni ai lati
Sud-est: 89° 56′ 27″
Nord-est: 90° 03′ 02″
Sud-ovest: 90° 00′ 33″
Nord-ovest: 89° 59′ 58″
Angolo di inclinazione
51° 50′ 35″ per tutte e quattro le pareti.
Blocchi
2,3 milioni di blocchi di pietra calcarea e granito, con peso dalle 2,5 alle 70 tonnellate. In totale la piramide pesa 5,7 milioni di tonnellate.
Rivestimento
115.000 lastre di calcare bianco, di 10 tonnellate l’una (oggi non più presenti a causa della mano dell’uomo e di un terremoto avvenuto nel 1301 a.C.). Le lastre erano così coperte di geroglifici che sarebbero servite migliaia di pagine per copiarli. Le lastre erano poi accostate con tanta precisione da lasciare spazi inferiori a 0,2 mm. La loro lucentezza rendeva la piramide visibile anche dalla Luna.
Nella matematica della Grande Piramide è racchiuso un enigma, un mistero se vogliamo, che la scienza non può nascondere. Se date un’occhiata ai numeri qua sopra, capirete che sembra tutto sin troppo perfetto. Pochissime sbavature, imperfezioni quasi trascurabili. Per esempio, gli angoli interni alla base del monumento disegnano un angolo retto (90°) con un’imprecisione di soli 2″ d’arco.
Niente male, per un popolo vissuto 5mila anni fa. Un’altra domanda naturale: come facevano gli antichi Egizi a possedere tecniche così accurate di intaglio della pietra?
Non solo: gli angoli di inclinazione delle pareti sono identici e questo dimostra una conoscenza profonda del famoso pi greco (che ha un valore all’incirca di 3,14). Con quali strumenti quel popolo avrebbe potuto misurare gli angoli con tanta precisione?
Numeri meno evidenti

Uno schema tecnico della Grande Piramide e di tutta l’architettura che la circonda. La perfezione con cui è stata costruita è sconcertante (3)
Elaborando i numeri visti sopra con un po’ di (a volte tanta) immaginazione si possono identificare altri dati significativi. Li riporto in lista. A volte sono visibilmente “tirati” (il classico cercare il dato anche dove non esiste), ma se la matematica non è un’opinione, questo elenco come minimo fa riflettere.
In un precedente articolo abbiamo visto che cos’è il famoso phi, chiamato anche “proporzione divina” o “numero aureo”. Si tratta, riassumendo, di un numero che si trova spesso in natura che è associato a elementi considerati “belli” o “piacevoli”. Il suo valore è di circa 1,618.
Se prendiamo la Camera del Re e sommiamo l’altezza delle pareti laterali con metà lunghezza del pavimento, risultano 16,18 cubiti reali (un cubito reale corrisponde a 52,3 cm).
La somma dei lati della piramide è pari a 921,44 metri. Se la trasformiamo in pollici egizi (un pollice equiale a 2,5228 m) risulta un valore pari a 365,24, ovvero il numero di giorni che compongono l’anno del nostro calendario.
La somma delle diagonali, cioè 25826,6 metri, si avvicina al valore della precessione degli equinozi, un dato astronomico che non è per niente facile da calcolare con strumenti antichi.
Se raddoppiamo il perimetro si ottiene 1842,88 cioè un valore vicino a 1/60 di grado alla latitudine dell’equatore (che è 1842,78).
Se dividiamo il perimetro per l’altezza e moltiplichiamo il risultato per due si ottiene 3,1416 cioè un numero vicino al pi greco, che come abbiamo visto è determinante tanto nella geometria quanto nella costruzione delle piramidi.
La Grande Piramide? Un mondo in scala ridotta

C’è chi ha trovato delle (straordinarie) corrispondenze tra la Grande Piramide e le misure del pianeta Terra. Come se fosse un mappamondo in miniatura (1)
Le misure della piramide sono anche una mappatura geografica della Terra su piccola scala.
Se facciamo il rapporto tra la piramide e l’emisfero settentrionale del pianeta risulta 1:43200. Senza entrare troppo nel merito, il numero 43200 (e sue varianti) ricorre molto spesso nelle antiche mitologie, di diversi popoli sparsi nel pianeta.
I lati obliqui formati dall’incontro tra le facce e i lati sono allineati ai punti cardinali, con un’approssimazione di soli 3′ 6″.
Tanto la Grande Piramide quanto la Terra emettono segnali della frequenza di 7 Hz.
Moltiplicando il peso della piramide, di circa 5,273 milioni di tonnellate, per un miliardo si ottiene il peso approssimativo della Terra.
Se dividiamo la circonferenza della Terra all’equatore (40.077 km) per 43.200, otteniamo come risultato 0,9277 km (in metri 927,7). La base della piramide misura un perimetro di 921,45 metri, un errore di appena 0,75%. Allo stesso modo, se rapportiamo il raggio polare della Terra (6.356 km) con 43.200 otteniamo 0,1471 km. L’altezza della piramide è di 146,6 metri, un errore di soli 0,20%.
La piramide si trova a 1/3 della distanza tra l’Equatore e il Polo Nord, e il meridiano passante per il vertice taglia la Terra in due parti quasi identiche, mancando di soli 5 km il polo.
Se moltiplichiamo per 109 l’altezza della piramide si ottiene la distanza tra il Sole e la Terra: 10 a 9 è anche il rapporto tra l’altezza e la larghezza della piramide.
I dati sono stati presi da letture di diversi autori, tra cui Robert Bauval e Graham Hancock. Segnalo in particolare Impronte degli Dèi di Graham Hancock
(1) http://famouswonders.com/great-pyramids-of-giza/
(2) http://world-pyramids.com/en/world-pyramids/africa/egypt-pyramids/giza-plateau/great-pyramid-pillar-of-light.html#.UXqZiqIiSSo
(3) http://www.abovetopsecret.com/forum/thread820632/pg1
(4) http://www.wallsave.com/wallpaper/1920×1200/great-pyramid-of-giza-hd-1066646.html
potevano essere l’animale chi entravano e uscivano dai cunicoli, e obbedivano al costruttore
Non credo che le abbiano costruite loro.
È lo stesso pensiero dei vari autori di pseudoarcheologia che si occupano dei popoli antichi e dei testi mitologici. Le misure (e i dubbi) che ho riportato nell’articolo le ho ricavate da varie letture di questi autori, ma in molte parti non sono condivise dagli archeologi ufficiali, che le considerano spesso delle “forzature”.
Questo discorso vale ancora di più per il popolo che dovrebbe aver costruito le piramidi. La pseudostoria si spinge persino a considerare l’intervento di una civiltà antica, forse addirittura di origine aliena, che abbia istruito gli Egizi su come costruire i monumenti e abbia donato loro le conoscenze avanzate sulla scienza e sull’astronomia.
A chi dobbiamo credere? Diciamo che le pseudoscienze sono affascinanti e spesso riprendono dati che sembrano plausibili e forniti da autori che hanno una cultura di tutto rispetto e con approfonditi studi alle spalle, ma il fatto è che questi dati non sono mai confermati. Interpretando una citazione famosa: «Da grandi affermazioni, derivano grandi dimostrazioni».
Quindi, fino a prova contraria, si dovrebbe sembra ritenere la storia ufficiale come valida perché supportata da esperimenti e test riconosciuti. Invece come dice la parola stessa, la pseudoarcheologia comprende dati e fatti non accettati ufficialmente.
Comunque per chi vuole approfondire le pseudoscienze e farsi una propria idea, oltre alle letture di Bauval e Hancock, si possono recuperare i libri di Zecharia Sitchin (in particolare «Il pianeta degli dei») e di Mauro Biglino.
Ciao caro, sì conosco Biglino e Sitchin, e le loro affermazioni e scritti si basano su traduzioni scientifiche di testi antichi scritti in aramaico.
Non mi piace il termine screditante “pseudo”, in quanto etichetta e giudica ingiustificatamente studi non ritenuti ufficiali poi da chi? Dalla scienza finanziata?
Gli egizi non avevano tecnologia per costruire in quel modo.
Atlantide è citata in diversi versi di Platone.
Molti testi come le Upanishad citano veicoli volanti.
Gli stessi sono stati raffigurati in molti quadri in diversi periodi storici.
Etc.etc.etc. 🙂
Ci sarebbe da aprire un lungo discorso su ognuno dei punti che hai segnalato, per cui mi focalizzo solo su un aspetto: l’interpretazione. Prendiamo Sitchin, per esempio. Sulla sua competenza non c’è niente da dire, è stato chiaramente un uomo di cultura e che si è informato prima di parlare. Ma quello che dice è basato sulle sue interpretazioni: non ha fatti concreti per dimostrarlo, si basa soltanto su testi mitologici (scritti tra l’altro secoli fa e quindi senza testimoni oculari).
Se non puoi dimostrare qualcosa, può essere vero come falso, ed è per questo che la comunità ufficiale non accetta le teorie senza prove. Tenere la mente aperta è ottimo, non bisogna mai escludere niente, però servono dimostrazioni.
Le interpretazioni sono soggette a errori, senza prove. Sitchin, per esempio, ribadisce che i Neanderthal e i Sapiens sono stati creati in modo diverso, mentre la genetica ha dimostrato che sono due sottospecie umane strettamente legate. Sitchin ha sbagliato poi varie interpretazioni sulle masse dei pianeti, sugli effetti che avrebbe il passaggio periodico di un enorme pianeta nel Sistema Solare, ecc.
Puoi trovare varie critiche motivate soltanto leggendo su internet. Un esempio:
https://www.nibiru2012.it/le-falsita-di-sitchin-prima-parte/
condivido alla grande quanto afferma Francesco. Gli egizi del III millennio A.C non erano in grado di edificare la grande piramide. La costruzione risale a molti secoli precedenti. La data sino ad oggi indicata è un falso ” archeologico”
Chi ha edificato e progettato la grande piramide possedeva conoscenze matematiche e geografiche superiori per non parlare di statica e scienza delle costruzioni
La scienza ufficiale dovrà prima o poi arrendersi ed accettare le nuove scperte e le ricerche documentate in tutto il mondo. Perchè si insiste sul fatto che l’attuale sia il ” primo saliente ” ?
Un saluto alla vs pubblicazione
difficile approdare alla verita’……io credo risalgano a 700 o 800 anni prima di cheope…gli egiziani devono avere conosciuto gli antichi costruttori(uomini non alieni)….anche se non sono riuscite a replicarle si sono poi distinti egregiamente in altre costruzioni vedi karnak…..
È una teoria valida, può essere che sia esistito un popolo pre-egiziano che abbia tramandato loro certe conoscenze, oppure anche che le abbia costruite e sia semplicemente scomparso lasciando la zona agli Egizi. Abbiamo altri esempi di civiltà che hanno ereditato la cultura di popoli precedenti, per esempio gli Aztechi dell’America centrale che sono seguiti ai Toltechi.
Chiunque sia stato il popolo, è comunque straordinario che sia riuscito a costruire delle opere del genere con gli strumenti che aveva a quell’epoca.
La cosa più straordinaria della grande piramide di Ghiza è la reazione, che essa suscita nella cosiddetta “comunità scientifica”degli egittologi. È di una evidenza lampante che chiunque abbia costruito questa piramide possedesse conoscenze scientifiche, matematiche, così come tecnologie, che gli antichi egizi o anche gli antichi romani non potevano nemmeno sognarsi. Eppure si continua ancora a raccontare che intorno al 2500 a.C. un faraone di nome Cheope realizzò una costruzione, che lascia noi stessi, uomini del XXI sec., a bocca aperta e senza parole. L’ostinazione, con la quale si rifiuta una simile evidenza, può solo far pensare ad un meccanismo di completa rimozione di un qualcosa di estremamente doloroso da accettare, ovverosia la nostra totale ignoranza della storia dell’Homo Sapiens antecedente il 3000 a.C. È durissimo doverlo ammettere per noi, che ci illudiamo di sapere tutto…, ma purtroppo è così!