Le armi non convenzionali: armi chimiche e batteriologiche nella storia

19 Aprile 2018 | Storia

La guerra alla fine lascia sempre una traccia vergognosa e orribile sulle mani dell’essere umano, questo lo sappiamo bene, qualunque siano le ragioni che l’hanno provocata. In genere è scatenata per motivi politici ed economici (il fanatismo religioso è spesso una scusante), qualche volta è un attacco preventivo per evitare il peggiorare di situazioni “incandescenti”.

Quale sia il vostro punto di vista sulla questione, è chiaro che ci sono modi e modi di affrontare una guerra. La guerra già di suo è terrificante, ma esistono armi che mettono particolarmente in mostra il lato peggiore di noi. Stiamo parlando di quelle che vengono definite «armi non convenzionali» e che, a buon ragione, le Nazioni hanno messo al bando.

Nonostante i divieti, però, continuano a essere prodotte e stoccate, ed è quindi un tema ancora attuale. Il più temuto è forse il gas nervino, che è stato usato sulla popolazione siriana e che ha effetti devastanti sul sistema nervoso.

Vediamo cosa sono le armi non convenzionali, perché si usano e quando sono state usate. Alcune parti dell’articolo sono un po’ forti per chi è impressionabile. Tenete sempre conto che stiamo parlando sia di storia passata che, purtroppo, attuale, visto che le armi di questo genere non sono mai scomparse del tutto.

Armi di distruzione di massa: cosa sono e quali sono

Riunendo le varie definizioni che si trovano sui libri e sulla rete, possiamo così riassumerle:

Le armi non convenzionali sono armi vietate dalle leggi internazionali. Sfruttano le sostanze diverse dai normali esplosivi, cercando di provocare il maggior numero di vittime e maggiori danni possibili al territorio. Sono armi messe al bando dalle Nazioni per il loro risultato particolarmente nocivo o disumano.

Il fatto che siano chiamate anche «armi di distruzione di massa» rende bene l’idea. Un elenco è il seguente (i link rimandano ad approfondimenti su Wikipedia):

1. Armi chimiche: i proiettili diffondo delle sostanze chimiche che sono tossiche per il corpo umano. Possono essere gas, liquidi o solidi, ma hanno sempre delle conseguenze tremende sulla pelle, sulla respirazione o sul sistema nervoso. Le Nazioni Unite le hanno dichiarate illegali nel 1993 dopo la Convenzione di Parigi, cosa che non ha bloccato la loro produzione in vari Paesi.

2. Armi biologiche (o batteriologiche): diffondono dei germi infettivi. Di solito sono contagiosi per l’uomo, ma possono anche essere pensate per abbattere animali e piante, provocando un forte danno in terra nemica.

3. Armi nucleari: creano immense esplosioni di energia sfruttando le reazioni di fissione o di fusione nucleare.

4. Armi radiologiche: spargono materiale radioattivo, in genere per colpire una città o più città. All’apparenza potrebbero rientrare tra le armi nucleari, ma in realtà sono «bombe sporche», con un potenziale distruttivo inferiore a un ordigno nucleare. Un esempio sono le scorie radioattive delle centrali nucleari.

Le armi di distruzione di massa sono state indicate con varie sigle, correggendole a mano a mano che nascevano nuovi “mostri”, fino ad arrivare all’attuale CBRN («Chemical Biological Radiological Nuclear», che sono appunto i quattro tipi di armi viste sopra).

Perché le Nazioni vietano le armi non convenzionali

Un detto spiega che «in guerra e in amore tutto è lecito». La questione in realtà è un po’ più complicata (in entrambi i casi…).

Un’arma di distruzione di massa ha una potenza incredibile e può mettere letteralmente in ginocchio una Nazione intera in pochi minuti. Lo abbiamo visto nella Seconda Guerra Mondiale, quando gli americani hanno sganciato le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki provocando circa 70 mila morti in ognuna di queste città e molti di più a distanza di mesi; per non parlare dei danni e dei feriti, incalcolabili.

Anche se sono diverse tra loro, come vedete hanno una cosa in comune: mirano a far soffrire le persone o comunque a provocare un danno enorme e subito, senza curarsi di chi viene colpito. Il loro effetto è sempre terribile e spesso porta alla morte dopo una lunga agonia. Tanto per riportare un esempio, il generale francese Mordaq descrisse gli effetti del gas di cloro usata dai tedeschi a Ypres, in Belgio, il 22 aprile 2015:

Ovunque gente che fuggiva. Territoriali, zuavi, artiglieri, tiratori scelti correvano come pazzi in tutte le direzioni buttando i fucili, stravolti, gettando o cercando di sbottonarsi il pastrano, col colletto della camicia aperto, implorando acqua a gran voce, sputando sangue. Qualcuno si rotolava per terra facendo sforzi disperati per respirare. Non erano dei soldati che scappavano, ma poveri esseri umani divenuti improvvisamente folli.

E così si espresse il vescovo di Pretoria dopo l’uso del gas mostarda da parte dei tedeschi (ne parleremo più sotto):

L’effetto di questo veleno non è solo quello di inabilitare temporaneamente o addirittura di procurare una morte indolore, che suggerito dalla stampa tedesca. Anzi chi resta intossicato e non muore sul campo, portato in ospedale soffre intensamente e in gran parte dei casi muore dopo un’agonia lunga e dolorosa. Quelli che riescono a sopravvivere, comunque, rimangono invalidi per tutta la vita a causa del grave danno subito ai polmoni.

Oltre a essere palesemente disumane, dobbiamo renderci conto che un solo scoppio di queste armi può cambiare le sorti politiche, economiche e sociali. Ecco perché sono vietate da specifiche leggi internazionali, create di comune accordo tra gli Stati maggiori. Il 28 aprile 2004 le Nazioni Unite le riconobbero ufficialmente come una minaccia alla pace e alla sicurezza, e si votarono a impedire ogni loro diffusione.

Esempi di armi di distruzione di massa nella storia

Il gas di cloro usato in Belgio fu il primo esperimento di armi chimiche in tempi moderni e le bombe atomiche sganciate in Giappone fu di sicuro il più eclatante (che, almeno, ebbe il pregio di dar da pensare alle Nazioni e di pianificare un divieto umanitario).

Purtroppo gli esempi nella storia sono numerosi e sono sempre finiti in tragedia. Riporto una lista dei più noti, mettendo l’accento soprattutto sui terribili effetti e su quanto l’essere umano, in guerra, sia capace di compiere atti che nella vita di tutti i giorni non riuscirebbe nemmeno a concepire.

L’uso nell’antichità

Le armi di distruzione di massa non sono materia recente, anzi. Si trovano tracce di avvelenamenti dei pozzi e di frecce intinte di sostanze tossiche. Forse persino le famose 10 piaghe d’Egitto furono il prodotto di armi sporche.
Già 3mila anni fa gli Ittiti usavano armi biologiche per terrorizzare il nemico e nel VII secolo a.C. i cinesi si servivano di fumi tossici.

1347: lancio di soldati infetti

Il mongolo Jenibeg Khan pensò un’ingegnosa quanto truce idea per stanare gli abitanti di Caffa, una colonia genovese sul Mar Nero: lanciare con le catapulte i cadaveri infetti dei propri soldati oltre le mura della città. Sembra che l’evento abbia aiutato il diffondersi della peste in Europa, che entro il 1353 causò forse 25 milioni di vittime.

1500: i terribili conquistadores

Le prime volte che i conquistadores infettarono i nativi americani furono dei casi, ma in seguito i francesi e gli inglesi regalarono di proposito delle coperte infettate con il vaiolo. Fu una dei più orribili massacri della storia, che portò al genocidio degli irochesi e degli ottawa.

22 aprile 1915: gas di cloro sul Belgio

Spendiamo due parole in più sul gas di cloro. I tedeschi usarono Ypres come “test” per verificare se la loro arma riuscisse a snidare il nemico dalle trincee. Visto il successo, andarono avanti: si usarono 4mila bombe, per un totale di 168 tonnellate di cloro. Il risultato furono 5mila morti e la cattura di 2mila prigionieri. A quei tempi, infatti, non esistevano maschere antigas per difendersi.
Il giorno dopo toccò a Langermark, sempre in Belgio, che costò la vita a 2mila canadesi.

12 luglio 1917: gas mostarda sul Belgio

I tedeschi passarono poi a bombardare Ypres con una nuova sostanza vescicante e urticante, una miscela di etilene e cloruro di zolfo che chiamarono Gelbkreuzkampfstoff, poi chiamata «iprite» (dal nome della città bombardata) o «gas mostarda» (per il caratteristico odore di senape).
I tedeschi tra l’altro la usarono in modo crudele: spararono all’inizio dei proiettili che davano la nausea e, non appena il nemico si toglieva la maschera per vomitare, sparavano il secondo proiettile letale.
Nei tre anni successivi furono impiegate 51mila tonnellate di agenti chimici, che causarono 85mila morti e 1 milione di intossicati (molti invalidi permanenti).

1935-36: una vergogna tutta italiana

Durante la Guerra d’Etiopia, gli italiani sganciarono bombe all’iprite dagli aerei. Oltre all’atto disumano, si trattò anche di un voltafaccia: infatti l’Italia aveva sottoscritto in precedenza gli accordi per proibire le armi non convenzionali.

26 aprile 1937: Guernica, Spagna

Avete presente il famoso quadro Guernica di Pablo Picasso (foto in alto)? Fu ispirato proprio dalla strage che si consumò nell’omonima città della Spagna. La Legione Condor dei tedeschi, aiutati dall’aviazione italiana, bombarono la popolazione per impedire che la repubblica minacciasse il dittatore Francisco Franco.
Per 3 lunghe ore furono sganciate delle bombe incendiarie con lo scopo di terrorizzare la popolazione, quindi mirate proprio a provocare distruzioni di massa; infatti fu spazzato via oltre il 45% della città. Hitler e Franco distrussero poi i registri civili per non lasciare traccia del massacro.

1961-71: l’agente arancio della Guerra del Vietnam

Nel Vietnam fu la volta degli USA a dimostrare di quali orrori fossero capaci, quando diffusero un defoliante altamente tossico per l’essere umano che chiamarono in codice «agente arancio». Anche i soldati americani ne subirono le conseguenze. L’atto fu tanto orribile da portare i vietnamiti a intentare delle cause alle aziende produttrici dell’agente arancio.

16 marzo 1988: gas al cianuro sui curdi

Durante la guerra tra Iran e Iraq, Saddam Hussein attaccò Halabja con del gas al cianuro, che uccise oltre 5mila curdi. È uno degli episodi più noti sull’uso delle armi di distruzione di massa.

Altri episodi dubbi di uso delle armi non convenzionali

La notizia (a volte non confermata) dell’uso di armi chimiche fu usata spesso come “scusa” per poter attaccare una Nazione. Avvenne nella guerra del Golfo, nel 1992, dove l’Iraq fu accusata di produrre armi chimiche, che poi non furono mai usate; e nella Seconda Guerra Mondiale gli Stati si accusarono spesso tra loro di usare armi di distruzioni di massa.
Un esempio recente avvenne nel 2002, quando si usarono dei falsi documenti come “prova” dello scambio di uranio tra Niger e Iraq per produrre armi nucleari, che avrebbero accusato Saddam Hussein di violare l’embargo dell’ONU (scandalo Nigergate); lo scandalo coinvolse anche l’Italia.

Fonti principali
Focus Storia n.85, novembre 2013
Ministero degli Affari Esteri - Armi convenzionali e disquisizione sul mettere al bando le munizioni a grappolo
Ansa - 80 anni fa la strage di Guernica che ispirò Pablo Picasso
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