Il Sole

Si tratta di una domanda a “trabocchetto”, nel senso che in genere a chi viene rivolta cerca una risposta al di là del nostro sistema solare. In realtà, senza allontanarci troppo, la stella più vicina al nostro pianeta è il Sole. Essendo (astronomicamente) a breve distanza, lo vediamo come una palla gialla anziché come un puntino luminoso, ma il concetto non cambia: il Sole è una stella.

La sua distanza dalla Terra è stata presa come unità di misura per calcolare le distanza astronomiche. Questo parametro è chiamato “unità astronomica” ed è abbreviato con UA. Poiché nel suo giro di rivoluzione attorno al Sole la Terra si ritrova a diverse distanze dalla sua stella (da un minimo di 147 milioni di km a un massimo di 152 milioni di km), per calcolare la UA si tiene conto della sua distanza media, cioè:

1 UA = 149.597.870,691 km

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Proxima Centauri

La stella più vicina al nostro sistema solare è Proxima Centauri, appartenente ad Alpha Centauri, un sistema stellare triplo che si trova nella costellazione meridionale del Centauro. Il nome, tra l’altro, è eloquente: in latino proxima significa per l’appunto «più vicina».

Proxima Centauri dista da noi circa 4,28 anni luce (vedi cos’è un anno luce) che corrispondono a 268.000 UA (vedi cos’è un’unità astronomica) . Questo significa che, viaggiando con un’astronave capace di avvicinarsi alla velocità della luce, impiegheremmo poco più di quattro anni per raggiungerla: una distanza tutto sommato raggiungibile, in termini astronomici.

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Chi è Stephen Hawking

Stephen Hawking non è di certo un dilettante: astrofisico di fama mondiale, da molti decantato come il migliore nel suo campo, professore dell’Università di Cambridge dove ha occupato la stessa cattedra che fu di Newton, membro della Royal Society e autore di libri giudicati – nel suo genere – dei veri capolavori.

Tra le altre cose ha elaborato una complessa teoria riguardante i buchi neri: Hawking li vede come corpi dotati di una temperatura e capaci di irradiare minuscole particelle (un fenomeno chiamato, per l’appunto, radiazione di Hawking); lentamente, quindi, il buco nero perderebbe massa, fino a evaporare del tutto.

I suoi meriti non si fermano qui. Le sue teorie, infatti, spaziano anche ai viaggi nel tempo. In una puntata di Discovery Channel ha esposto al pubblico le sue idee, spiegando in modo chiaro e semplice cosa ne pensa dei viaggi temporali. Secondo Hawking, il viaggio nel passato è impossibile da realizzare. Al contrario, muoversi nel futuro è una realtà che – almeno per il momento – non possiamo sfruttare a causa della nostra tecnologia poco avanzata.

Vediamo di chiarire i due concetti. Hawking ha parlato nel video con un’ironia che è difficile trasmettere per iscritto, per cui vi invito a guardarvi la puntata, se ne avrete la possibilità.

Viaggi nel passato – I paradossi lo rendono impossibile

Stephen Hawking inizia parlando dei wormhole. Chi non avesse idea di cosa siano, o volesse semplicemente dare un’occhiata alle idee più in voga sui viaggi nel tempo, può leggere l’articolo che ho scritto qualche tempo fa.

In questo caso, parliamo di tunnel microscopici, così piccoli da formarsi in un minuscolo universo chiamato “schiuma quantistica”. Questo luogo si trova a un livello ancora più piccolo di quello dei quark, quindi sono praticamente invisibili. Perché Hawking è tanto sicuro della loro esistenza? Per un motivo ragionato: le tre dimensioni che conosciamo (altezza, larghezza e profondità) sono piene di incrinature. Non c’è motivo di credere che anche la quarta dimensione (il tempo) non abbia le stesse irregolarità e, secondo lo scienziato, proprio queste irregolarità permetterebbero un’unione (un passaggio) tra due tempi diversi.

Ora, i wormhole della schiuma quantistica continuano a formarsi, a distruggersi e a cambiare. Al momento sono così minuscoli da impedirci persino di vederli (si parla di un trimiliardesimo di centimetro). Ma se fossero abbastanza grandi, diciamo da permettere il passaggio di un uomo, li potremmo sfruttare per raggiungere un tempo diverso.

Occorrerebbe una grande energia per “spalancarli” a sufficienza, però poniamo il caso di possederla; in futuro, dopotutto, è probabile che troveremo sempre nuovi mezzi per produrre grandi energie a basso costo.

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Introduzione

L’acqua è il bene più prezioso per l’uomo. Il suo corpo, infatti, è composto per gran parte di acqua, che viene consumata durante la giornata: motivo per cui gli esperti ritengono di doverne assumere almeno due litri al giorno, che possono salire fino al doppio in casi eccezionali, come per esempio una sudorazione troppo intensa.

Una settimana senz’acqua

Ma quanto può resistere un uomo senza bere? Una risposta esatta non esiste, perché dipende dalla corporatura del soggetto e dal suo stato fisico. Un bambino appena nato resisterebbe per un terzo del tempo di un uomo adulto; una donna ha potenzialmente la possibilità di resistere più a lungo di un maschio, perché consuma meno energie.

Dipende inoltre da vari fattori esterni, come il tipo di ambiente in cui ci si trova (nel deserto servirebbero quattro litri di acqua al giorno per una dieta corretta) e dal tipo di attività che si compie. Dormendo, per esempio, si riduce la perdita di liquidi.

In linea generale, con una temperatura ambientale attorno ai 15°C, un uomo può resistere una settimana intera senza bere, purché si nutra dei liquidi contenuti nei cibi freschi (frutta e verdura in primis). A ogni modo, la disidratazione porta conseguenze in poco tempo, spesso anche gravi.

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Sfatiamo alcuni luoghi comuni sui pirati

Pirati, corsari, bucanieri e filibustieri – Il jolly roger, la bandiera con il teschio

L’onore dei pirati

I pirati erano davvero senza onore e senza regole? A giudicare dal codice redatto dal capitano Bartholomew Roberts, sembra al contrario che dovessero portare un grande rispetto di fronte ai compagni. Dopotutto, non si può pretendere di comandare 508 uomini divisi in quattro navi senza l’uso di regole.

La legge stabiliva i compensi per gli equipaggi, ma anche varie limitazioni come il divieto di portare donne a bordo (che, tra l’altro, secondo i pirati portavano sfortuna) o di giocare d’azzardo. Limitava i duelli e gli orari serali. Chiariva le terribili punizioni per i disertori e per i ladri.

Roberts, attorno al 1720, creò un codice personale suddiviso nelle seguenti undici parti. È presumibile che ogni capitano fosse dotato di un codice simile, per mantenere in riga i suoi uomini.

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Misura di lunghezza

Eliminiamo innanzitutto un luogo comune. L’anno luce non è una misura di tempo, non ha direttamente a che fare con i minuti o con le ore. È una misura di lunghezza astronomica, usata per calcolare le grandi distanze tra pianeti o tra oggetti celesti.

L’anno luce corrisponde alla distanza che la luce, in un anno, riesce a percorrere se viaggia libera nel vuoto. Con “vuoto” si intende uno spazio dove non c’è attrazione gravitazionale o magnetica.

Per comodità, la velocità della luce viene spesso arrotondata a 300 mila chilometri al secondo. Con questa unità di misura, proviamo a calcolare quanto corrisponde un anno luce:
300.000 km || velocità della luce al secondo
300.000 km * 3600 = 1.080.000.000 km || velocità della luce in un’ora
1.080.000.000 km *24 * 365 = 9.460.800.000.000 km || velocità della luce in un anno

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Il comportamento della luce

L’atmosfera della Terra è composta, tra le altre cose, da particelle varie (come la cenere dei vulcani e polveri di vario tipo), da goccioline d’acqua sospese, da ossigeno e da azoto. Quando la luce che proviene dal Sole impatta contro l’atmosfera, è deviata in modo diverso a seconda dell’elemento che colpisce: più l’elemento è grande e più la luce viene dispersa.

Se gli ostacoli che trova sulla strada sono abbastanza grandi, come le polveri e le goccioline d’acqua, la luce si disperde sempre in tutte le direzioni. Se invece la luce incontra elementi più piccoli, come le molecole dei gas, ci possiamo trovare in due situazioni: in base alla lunghezza d’onda, può superarle o venire riflessa.

Quando la luce ha una lunghezza d’onda “lunga” – cioè quando è di colore arancione, giallo o rosso -, passa facilmente oltre queste piccole particelle e viene riflessa solo in piccola parte. La luce blu, però, ha una lunghezza d’onda minore e viene quindi deviata in ogni direzione.

Il mistero è tutto qua: grazie alla sua riflessione, vediamo la luce blu ovunque e quindi abbiamo la sensazione che il cielo sia di quel colore. Seguendo lo stesso concetto, più ci avviciniamo all’orizzonte e più chiaro sarà il colore azzurro, perché la luce ha più tempo per essere riflessa prima di arrivare.

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Ossa e muscoli

206 ossa e oltre 600 muscoli. Ben 4.000 nervi necessari solo per controllare i muscoli delle mani. Per guidare un’auto facciamo uso di 100 muscoli e il semplice camminare ne impiega 200. I legamenti del ginocchio sono più resistenti del nylon e assieme alla cartilagine, che può sostenere una pressione di 7 tonnellate, permette alle gambe di sopportare lunghi salti senza conseguenze.

Che il corpo umano sia una meraviglia di ingegneria è risaputo e anche che, allenandoli, si possono raggiungere limiti impensabili. Tutti restiamo affascinati da come un uomo muscoloso sia capace di sollevare un peso di quintali o da come un atleta professionista infranga la barriera dei dieci secondi nella corsa dei cento metri piani.

Quello che non tutti sanno, però, è che anche l’uomo poco allenato riesce a compiere prodigi simili. La potenza muscolare che usiamo normalmente è appena un terzo della reale capacità delle nostre fibre. Risultato? In casi eccezionali, possiamo ordinare ai nostri muscoli di sollevare anche un quintale di peso.

Lo credete impossibile? In una puntata del 3 settembre, Discovery Science ci ha deliziato con degli esempi concreti, uniti alle sue solite spiegazioni scientifiche. Quello che ne è saltato fuori è a dir poco eccezionale.

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Il codice dei pirati – Un insieme di regole per la convivenza

Introduzione

Sui libri di storia – ma anche nei racconti e nei film – appaiono termini diversi per indicare, in apparenza, una stessa figura: pirati, corsari, bucanieri e filibustieri. Non si trattano di sinonimi, ognuno dei termini identifica un soggetto specifico.

Criminali legali e illegali

Il pirata deriva dal greco peiràn e ha il significato di «assalire» o «aggirare». Era il predone dei mari vero e proprio, ma la legge inglese estese la figura anche a chi compiva crimini e omicidi lungo la sponda dei fiumi e dei mari.

Un quasi sinonimo del pirata è filibustiere, che identifica i pirati che bazzicavano i Caraibi.

Tutt’altra cosa erano i corsari. Alcuni capitani ricevevano dai governi delle “patenti di corsa”, con le quali avevano il diritto di attaccare le navi di nazioni straniere. Si trattava di un crimine legalizzato, usato spesso in tempi di guerra o per rinfoltire le casse regali: gran parte del bottino andava infatti al governo.

Infine, il bucaniere ha la sua origine dal nome barabicu, che nella lingua degli indigeni Taino significa «luogo di origine del fuoco sacro». Il barabicu era il buco scavato nel terreno dove erano messe le braci, sulle quali veniva poi affumicata la carne.

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Introduzione

Fino a qualche mese fa avevo intenzione di iniziare questo articolo in un modo un po’ diverso. Nella mia testa avevo raccolto critiche, speranze per un cambiamento, indignazioni per come i governi trattavano l’argomento della fusione fredda come se fosse un male da debellare.

Poi ho letto una notizia tanto improvvisa da sembrare irreale. Una notizia che, a mio avviso, è passata troppo in sordina, resa pubblica da qualche titolo e poco messa in risalto. In breve: l’energia ricavata dalla fusione nucleare potrebbe essere presto una realtà. Non parlo di una fonte utilizzabile solo da una stretta cerchia di persone, con soldi da spendere o guerre da finanziare, ma di un’energia accessibile a chiunque.

Per chi non sa di cosa si tratta, è doveroso dare qualche spiegazione. Dividerò l’articolo in paragrafi e cercherò di essere il più sintetico possibile, tralasciando gli aspetti secondari che potrete leggere con delle ricerche private.

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