Chi è Stephen Hawking
Stephen Hawking non è di certo un dilettante: astrofisico di fama mondiale, da molti decantato come il migliore nel suo campo, professore dell’Università di Cambridge dove ha occupato la stessa cattedra che fu di Newton, membro della Royal Society e autore di libri giudicati – nel suo genere – dei veri capolavori.
Tra le altre cose ha elaborato una complessa teoria riguardante i buchi neri: Hawking li vede come corpi dotati di una temperatura e capaci di irradiare minuscole particelle (un fenomeno chiamato, per l’appunto, radiazione di Hawking); lentamente, quindi, il buco nero perderebbe massa, fino a evaporare del tutto.
I suoi meriti non si fermano qui. Le sue teorie, infatti, spaziano anche ai viaggi nel tempo. In una puntata di Discovery Channel ha esposto al pubblico le sue idee, spiegando in modo chiaro e semplice cosa ne pensa dei viaggi temporali. Secondo Hawking, il viaggio nel passato è impossibile da realizzare. Al contrario, muoversi nel futuro è una realtà che – almeno per il momento – non possiamo sfruttare a causa della nostra tecnologia poco avanzata.
Vediamo di chiarire i due concetti. Hawking ha parlato nel video con un’ironia che è difficile trasmettere per iscritto, per cui vi invito a guardarvi la puntata, se ne avrete la possibilità.
Viaggi nel passato – I paradossi lo rendono impossibile
Stephen Hawking inizia parlando dei wormhole. Chi non avesse idea di cosa siano, o volesse semplicemente dare un’occhiata alle idee più in voga sui viaggi nel tempo, può leggere l’articolo che ho scritto qualche tempo fa.
In questo caso, parliamo di tunnel microscopici, così piccoli da formarsi in un minuscolo universo chiamato “schiuma quantistica”. Questo luogo si trova a un livello ancora più piccolo di quello dei quark, quindi sono praticamente invisibili. Perché Hawking è tanto sicuro della loro esistenza? Per un motivo ragionato: le tre dimensioni che conosciamo (altezza, larghezza e profondità) sono piene di incrinature. Non c’è motivo di credere che anche la quarta dimensione (il tempo) non abbia le stesse irregolarità e, secondo lo scienziato, proprio queste irregolarità permetterebbero un’unione (un passaggio) tra due tempi diversi.
Ora, i wormhole della schiuma quantistica continuano a formarsi, a distruggersi e a cambiare. Al momento sono così minuscoli da impedirci persino di vederli (si parla di un trimiliardesimo di centimetro). Ma se fossero abbastanza grandi, diciamo da permettere il passaggio di un uomo, li potremmo sfruttare per raggiungere un tempo diverso.
Occorrerebbe una grande energia per “spalancarli” a sufficienza, però poniamo il caso di possederla; in futuro, dopotutto, è probabile che troveremo sempre nuovi mezzi per produrre grandi energie a basso costo.
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