Meglio ricchi che poveri

Il vecchio detto annuncia che «i soldi non fanno la felicità», ma sappiamo bene che se preso alla lettera si tratta di un palliativo: forse non portano la felicità, ma aiutano di certo a raggiungerla.

Soprattutto nel mondo moderno, basato sul consumismo, la mancanza di denaro è un problema che porta a innumerevoli disagi e gli studi (e la logica) dimostrano che i ricchi stanno senz’altro meglio dei poveri.

Questo a patto di non esagerare.

Tanti soldi? Sì, ma non troppi

Una ricerca della Purdue University e pubblicato sul Nature Human Behaviour ha dimostrato che effettivamente il denaro apporta soddisfazione e buon umore se si arriva a guadagnare al massimo 95.000 dollari all’anno (circa 75 mila euro).

Se si accumula oltre, il benessere della propria vita non ottiene benefici e anzi si rischia al contrario un danno alla propria psicologia. Chi è troppo ricco, dal punto di vista psicologico ha più problemi di un povero, principalmente a causa dell’ansia e del desiderio spasmodico di accumulo e di conservazione del patrimonio.

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L’Universo in pochi minuti

L’American Museum of Natural History ha pubblicato un video che ci mostra l’immensità dell’Universo: uno straordinario viaggio alla velocità della luce, partendo dalle alte vette dell’Himalaya fino ad arrivare ai confini dell’Universo.

Le stelle, i pianeti e i quasar che vedete nel filmato sono stati recuperati dall’Atlante Digital Universe, la più completa mappa a quattro dimensioni dell’universo che gli astrofisici del museo tengono aggiornata. Il video fa parte dell’esibizione «Visions of the Cosmos: From the Milky Ocean to an Evolving Universe», che si è tenuta nel maggio 2010 a Manhattan.

A metà video, attorno al minuto 3′ 40”, il viaggio retrocede riportandoci a casa.

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Specie straniera

Il primo esemplare di cimice asiatica (Halyomorpha halys) è stato trovato in provincia di Modena nel 2012, forse sfuggito da un container internazionale. Da allora si è moltiplicata, diventando una vera piaga per i coltivatori del Nord Italia, che si sono visti rovinare in cinque anni il 40% dei raccolti di kiwi e di pere.

Come dice il nome, la cimice asiatica ha la sua origine in Cina, Giappone e Taiwan e in confronto alla nostra comune cimice ha un aspetto meno uniforme del verde che conosciamo: ha toni dal grigio, al nero e al bruno, a volte con macchie bluastre, zampe marroni con chiazze bianche e bande chiare sulle antenne.

Oltre a prediligere le nostre case in autunno, per i nostri frutteti sono altamente infestanti. Gli agricoltori spiegano che non esiste un modo per liberarsi di loro senza danneggiare anche gli insetti utili e impollinatori. Se ci si concentra a scacciarli, per esempio, dal pero, cambiano destinazione e vanno a infestare il melo o l’albicocco.

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Lo spazio a portata di tutti

Google Maps ci ha abituati ad avere il mondo sottomano. Basta posizionarsi in un punto qualsiasi della Terra o digitare un indirizzo e verremo catapultati subito a destinazione.

In modalità “satellite”, però, Big G ci mette a disposizione una funzionalità interessante: l’esplorazione dello spazio all’interno del Sistema Solare. Se provate a diminuire lo zoom fino a rimpicciolire la Terra, vi ritroverete una schermata simile all’immagine in apertura di questo articolo. Sulla sinistra avrete l’elenco dei corpi celesti da poter esplorare, frutto dell’assemblamento delle immagini della NASA e dell’ESA raccolte grazie alle sonde inviate in passato: per citarne una, la sola sonda Cassini ci ha regalato ben mezzo milione di foto.

Dalle lande ghiacciate di Encelado, satellite di Saturno, alle rosse atmosfere di Marte e ai maestosi crateri della Luna, gli appassionati di astronomia possono apprezzare le meraviglie del nostro sistema stellare restando comodamente seduti a casa. Con un bonus suggestivo: l’interno della Stazione Spaziale Internazionale.

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Una città su Marte

Dopo la NASA e l’azienda SpaceX di Elon Musk, ecco entrare in campo un terzo concorrente per la conquista dei cieli di Marte: gli Emirati Arabi Uniti. Con il progetto Mars Science City si fa un nuovo passo avanti verso la colonizzazione di Marte che gli Emirati vorrebbero attuare entro il 2117 (per la precisione, verso la realizzazione della prima città su Marte).

Lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum ha specificato di voler creare, nei pressi di Dubai, una città nel deserto che ricalchi le future costruzioni su Marte e che contenga la strumentazione adatta per testare la vita di un futuro cittadino marziano. L’ambiente sarà naturalmente controllato (i test servono appunto per risolvere eventuali problemi) e comprende laboratori per la creazione di cibo, acqua ed energia.

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Due geni sotto controllo

Potremmo essere a un punto di svolta per controllare una delle peggiori piaghe del mondo moderno. Una nuova tecnica promette infatti di distruggere la quasi totalità dei ceppi dell’HIV (responsabile dell’AIDS, la «sindrome di immunodeficienza acquisita»).

Il nuovo anticorpo creato è “tri-specifico”, perché unisce la natura di tre anticorpi (e infatti è più grande di qualsiasi anticorpo naturale), ed è stato studiato per attaccare i punti deboli del virus. È stato testato su 24 scimmie con ottimi risultati.

I test sono stati portati avanti dall’Harvard Medical School, dallo Scripps Research Institue e dal Massachusetts Institute of Technology. Nel frattempo uno studio parallelo tutto italiano ha scoperto come il virus riesca a diffondersi nell’organismo: l’HIV va a legarsi con due geni, STAT5B e BACH2, e le attiva portando le cellule infette a moltiplicarsi rapidamente. Questi due geni sono responsabili della profilerazione delle cellule T, che si occupano appunto del sistema immunitario: il virus riesce quindi a manipolarle secondo le sue necessità.

Al momento riusciamo solo a contenere la moltiplicazione del virus e non a eliminarlo, ma si continuano a fare passi avanti. La speranza è che tra qualche decennio l’HIV diventi soltanto un lontano ricordo.

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L’1% in meno

Se si diffonderà secondo le promesse, probabilmente entrerà nella storia. Climeworks ha realizzato un impianto artificiale capace di catturare l’anidride carbonica (CO2), togliendola dall’aria e immagazzinandola. Dopo due o tre ore, quando i container saranno saturi, la pura anidride carbonica potrà essere rilasciata in una forma che può essere sotterrata o venduta commercialmente all’interno di altri prodotti.

Le aspettative sono enormi e l’azienda si è imposta l’obiettivo di ridurre dell’1% le emissioni carboniche a livello mondiale entro il 2025. A differenza di altri impianti prodotti in precedenza, e comunque efficienti, Climeworks ha il vantaggio che il prodotto non viene scartato ma rivenduto sul mercato, oltre a essere mille volte più rapido della fotonsintesi delle piante nell’assorbire l’anidride carbonica.

Funzionamento: una lotta al surriscaldamento globale

In breve, come si legge nel sito ufficiale, funziona così:
fase 1: l’aria entra nell’impianto. Un filtro fatto di granulati porosi modificati con ammine (composti organici contenenti azoto) cattura l’anidride carbonica, tenendola all’interno, e libera tutto il resto dell’aria (aria “pulita”).
fase 2: una volta che l’impianto è saturo di anidride carbonica, il filtro brucia a una temperatura di 100 °C per distruggere il legame che mantiene l’anidride carbonica unita al filtro. L’anidride carbonica concentrata finisce in un container, che può essere spostato e venduto.

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Meglio dell’essere umano?

Quanto saranno sicure le auto a guida autonoma? Ormai avrete visto ovunque articoli e video sulle auto che si guidano da sole, che promettono di essere più sicure di una “guida umana”. In generale, però, la diffidenza da parte dei cittadini resta molto alta.

Vi propongo un video realizzato dalla Ford, che mostra il livello ormai raggiunto per quanto riguarda il riconoscimento della segnaletica stradale e degli ostacoli. Come notate la tecnologia ha fatto un enorme passo avanti in termini di sicurezza, tanto da permettere all’auto di raggiungere i 70 km/h senza incontrare problemi grazie a una tecnologia di localizzazione «6D». In pratica, un nuovo sistema di mappe più efficienti attraverso cui l’auto può leggere il percorso e i segnali nonostante gli ostacoli ad oscurarli.

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Socialità sì, ma limitata

La vita sociale è importante, su questo non ci sono dubbi. Lo abbiamo nel DNA e sull’interazione sociale si è sempre fondata la civiltà dell’essere umano. Quindi possono sembrare strani i risultati della ricerca pubblicata sul British Journal of Psychology, secondo i quali i soggetti con un quoziente intellettivo più alto della media tendono a essere soddisfatti se frequentano soltanto amicizie occasionali. I ritrovi con grandi gruppi, dunque, sarebbero più un “obbligo” che un piacere.

La ricerca è stata effettuata su 15 mila giovani tra i 18 e i 28 anni, portata avanti da Satoshi Kanazawa (della London School of Economics) e da Norman Li (della Singapore Managemente University). I risultati parlano chiaro: a parità di quoziente intellettivo, si è più soddisfatti se la cerchia di amici è ristretta e se la si frequenta saltuariamente.

I motivi sono legati propri all’utilità di possedere un gruppo sociale stabile. I più intelligenti, infatti, sono abituati ad arrangiarsi e hanno meno bisogno di contare sul prossimo; non vedono quindi l’amicizia come un mezzo per raggiungere uno scopo. Trascorrono il tempo cercando di raggiungere gli obiettivi personali, che sia in campo lavorativo o nella vita di tutti i giorni, e non cercando di compiacere gli altri nel tentativo di ritagliarsi un posto nel gruppo.

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Come un palazzo sull’oceano

Il The World è il più grande yacht privato trasformato in un autentico condominio. Il suo scopo è di trasportare i residenti in giro per il mondo, attraccare in vari porti e offrire ai condomini tutti i servizi che un appartamento terrestre potrebbe offrire.

Comprende ben 165 locali, di cui 106 appartamenti, che appartengono ai residenti della nave. La media degli occupanti è di 150-200 persone, compresi gli eventuali ospiti, mentre l’equipaggio può raggiungere i 280 individui. Alcuni abitanti, naturalmente, approfittano dei frequenti attracchi per scendere a terra, ma al loro ritorno è qui che vivono e che trascorrono la notte: in uno degli appartamenti dello yacht.

Trattandosi di una nave di lusso, all’interno si trovano tutte quelle aree che potremmo aspettarci: negozi, stanze da biliardo e simulatori di golf, centri fitness, campi da tennis, spa, e l’immancabile sezione per gli aperitivi serali dove socializzare. Sei ristoranti permettono una vasta scelta per i pasti e nel tempo libero si può visitare il teatro, la libreria o ascoltare un po’ di musica; oppure connettersi a internet, accessibile ovunque.

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