La fusione tra l’uomo e le altre specie animali

6 Gennaio 2011 | Mente e corpo umano

Trasferimento di DNA

Che l’uomo sia una creatura particolare, nessuno può metterlo in dubbio. Nel bene o nel male la sua intelligenza è senz’altro qualcosa di introvabile in natura. Ma chi pensa che l’uomo sia una specie separata dalle altre si dovrà presto ricredere.

All’University of Texas di Arlington, negli Stati Uniti, i ricercatori hanno scoperto che il trasferimento di DNA tra animali di specie diverse non è una cosa impossibile. Capita per esempio che i parassiti e i loro ospiti mescolino i geni, oppure che insetti succhiatori di sangue “contaminino” le loro prede. I responsabili sembrano essere dei frammenti di cromosomi chiamati trasposoni, capaci di spostarsi in zone diverse del genoma e di causare quindi delle mutazioni genetiche (per questo sono anche chiamati “geni saltellanti”).

I trasposoni

I trasposoni sono stati scoperti nel mais da Barbara McClintok nel 1947. Ma sono stati osservati anche nel 2003 nella pianta di riso dalla National Science Foundation, il cui programma di ricerca era diretto proprio al genoma delle piante. Il riso è stato scelto tra i cereali perché ha il DNA più breve degli altri (430 milioni di coppie di basi): al suo interno si è constatato che per più del 40 per cento è formato da parti ripetute di DNA che non hanno una funzione evidente.

Lo scopo dei transposoni, quando furono scoperti, non era ben chiaro: si sapeva solo che potevano spostare tratti di DNA in punti diversi del genoma. Poi gli esperti hanno cominciato ad avanzare delle ipotesi suggestive. L’evoluzione che avviene nell’arco di milleni può essere infatti una conseguenza di questo meccanismo, chiamato trasporto orizzontale, per distinguerlo dalla normale trasmissione dei geni tra padre e figlio che assume invece il nome di trasporto verticale.

L’essere umano

L’uomo non ne è immune. Il suo patrimonio genetico è stato probabilmente modificato come in qualsiasi altra specie animale e se siamo come siamo, lo dobbiamo in parte alle interferenze esterne e non soltanto ai nostri antenati.

Possiamo però vederlo come un’altra delle tante opportunità che l’ambiente ci mette a disposizione per evolverci. La natura va per tentativi, cambia le sue creazioni e seleziona le migliori (cioè chi è più capace di adattarsi) scartando le altre. Forse un giorno i suoi esperimenti porteranno a una specie perfetta, senza pecche; ma è un’ipotesi lontana. Se dovesse succedere infatti, la natura si ritroverebbe disoccupata e senza più un ruolo chiave nella vita dei suoi figli.

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