Quale sarà il futuro geologico dell’Italia e del Mediterraneo?

12 Agosto 2012 | Italia

Un destino segnato

Il Mare Adriatico ha i giorni – anzi, i millenni – contati. Lo dimostra lo studio delle zolle terrestri e, di conseguenza, del movimento delle terre in superficie.

L’Italia sta ruotando in senso antiorario. Tra svariati millenni andrà a impattare con la costa dell’ex Jugoslavia, diventando un tutt’uno con queste terre. L’Adriatico, quindi, scomparirà e si presume che l’impatto provocherà un innalzamento delle rocce, dando vita a una nuova catena montuosa.

Cosa possiamo dire per la placca Africana, che sta spingendo l’Italia verso l’alto al ritmo di 7 centimetri all’anno? La zolla africana continuerà inesorabilmente il suo percorso verso nord, inabissandosi sotto alla zolla euroasiatica (su cui si trova l’Italia). Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, le Alpi hanno praticamente raggiunto l’apice della loro altezza: la spinta non le porterà più ad alzarsi, ma a erodere quello che già esiste. Tutto il contrario per gli Appennini, ancora in procinto di crescere.

Fiumi e mari stravolti

Gli effetti dello spostamento coinvolgeranno anche i fiumi. Senza l’Adriatico, infatti, il fiume Po dovrà scorrere a ovest e dirigersi verso una nuova destinazione: il Mar Tirreno. Anche il Tirreno cambierà radicalmente. La sua parte nord si libererà dalle acque e formerà una nuova pianura, sulla quale troveranno posto la Sardegna e la Corsica. Queste due isole diventeranno, quindi, dei nuovi rilievi a cielo aperto.

Naturalmente si parla di un processo che avrà il suo apice tra milioni di anni. Alcune percezioni del movimento le abbiamo attraverso i terremoti improvvisi, ma in genere l’opera è estremamente lenta. Quando tutto sarà finito, di sicuro non saremmo lì ad assistere ed è probabile che neppure la specie umana sopravviva abbastanza per registrare l’avvenimento.

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