Una volta il Monte Triglav, in Slovenia, non era come lo conosciamo. La selvaggia Valle dei Laghi, nel cuore del parco nazionale, non esisteva. E dove il ricordo si perde, inizia la leggenda.

Zlatorog, il camoscio dalle corna d’oro, appare per la prima volta nel 1868 sulla Gazzetta di Lubiana (in lingua originale Laibacher Zeitung). È un periodo in cui gli ideali romantici infervorano i petti degli sloveni e non c’è da meravigliarsi se sui testi compaiono racconti di spessore che riguardano quella magnifica nazione che è la Slovenia.

Tra valli incantate, fate bianche e tesori nascosti

La leggenda racconta che un tempo la valle era uno splendido giardino, dove Zlatorog era solito scorrazzare in compagnia delle Signore Bianche, delle fate benevoli (o comunque delle ragazze vergini) il cui compito era di mantenere rigogliosa la zona e aiutare gli abitanti quando ne avevano bisogno.

Poco lontano, nella Valle del Soča la figlia di un locandiere aveva ricevuto dei gioielli come dono da un ricco mercante di Venezia. Però la figlia aveva un altro pretendente: un cacciatore di grande esperienza ma molto povero. Il cacciatore non poteva competere con il dono del ricco mercante, per cui la madre della ragazza gli chiese in cambio di recuperare l’oro di Zlatorog, custodito sotto il Monte Bogatin e protetto da un serpente con molte teste.

Vi sembra una prova crudele? Pur di ottenere la mano della ragazza, il cacciatore non esitò a tentare l’impresa. Per onor di cronaca precisiamo che la madre gli concesse un’alternativa: recuperare un mazzo di rose del Triglav (le cinquefoglie) in pieno inverno. Un’impresa impossibile, per cui in effetti il cacciatore non ebbe molta scelta.

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SOMMARIO

1. La forza delle piante – Le piante dominano la Terra
2. La forza delle piante – Le piante dominano gli animali
3. La forza delle piante – Le piante dominano l’Uomo

Introduzione

Nei precedenti articoli abbiamo visto come le piante si siano spinte fuori dai laghi e abbiano colonizzato la superficie, conquistando in breve l’intero pianeta Terra. Grazie a meccanismi di difesa e sfruttando gli insetti e i mammiferi come veicoli per la riproduzione, sono riuscite a sopravvivere anche alle grandi catastrofi, come quella che 65 milioni di anni fa ha provocato l’estinzione dei dinosauri.

In quest’ultimo articolo ci concentriamo su un tema che sicuramente ci interessa: il rapporto tra l’essere umano e le piante. Come è successo con gli animali, le piante hanno imparato a sfruttare l’Uomo come mezzo di riproduzione, e lo hanno fatto con un sistema molto semplice: il grano. Quello stesso grano senza il quale l’essere umano non si sarebbe mai evoluto come lo conosciamo oggi.

L’anidride carbonica si riduce di un sesto

Tra 50 e 30 milioni di anni fa, l’anidride carbonica iniziò a scarseggiare. Era già successo in passato, in tempi primordiali, anche se allora la causa era stata un’altra – e cioè il fatto che le piante assorbivano troppa anidride carbonica. Adesso invece il problema era legato alla natura stessa.

Siamo nell’epoca della massima espansione orogenetica della storia, in cui si formano le più grandi catene montuose (tra cui l’Himalaya). È la presenza di queste enormi catene a favorire la nascita di monsoni. Le piogge fanno precipitare l’anidride carbonica negli oceani, dove viene trattenuta all’interno del calcare.

Le piante devono ricorrere ai ripari, perché l’anidride carbonica è stata ridotta di ben un sesto e minaccia la loro sopravvivenza. Si dotano quindi di un nuovo tipo di foglia, provvisto di anelli di cellule specializzate che aspirano e concentrano l’anidride.

L’erba, stupefacente miracolo di ingegneria

8 milioni di anni fa la Terra diventa molto più arida. Gli incendi sono frequenti e gli alberi, impotenti, non possono fare altro che subirne l’effetto.

Le piante, anziché cadere in disperazione, portano alla diffusione di un elemento particolarmente potente: l’erba. Quando scoppia un incendio, le fiamme sprigionano un calore di oltre 180 gradi Celsius (360 gradi Fahrenheit), e a questa temperatura gli alberi vengono incendiati.

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Il bisogno atavico di combattere

Per quanto riguarda il desiderio di prevalere, gli animali e l’essere umano hanno un istinto molto simile. Quello che differenzia le due tipologie è la quantità di mezzi a disposizione.

Di certo il linguaggio ha svolto un ruolo cruciale nel differenziare l’umano dagli animali sul “campo di guerra”, ma evidentemente è la tecnologia a fare da sovrana al carattere distruttivo che ha sempre accompagnato i popoli. Un tempo si usavano lance e pietre, poi sono comparse le armi da fuoco, e infine hanno fatto la loro presenza alcuni tipi di tecnologie che non sono direttamente delle armi: aerei, attacchi informatici, l’energia nucleare, ecc.

In questo articolo ci concentriamo sui numeri (negativi) che riguardano la Seconda Guerra Mondiale, per farci un’idea di dove possa arrivare il potenziale distruttivo dei popoli se non vi si pone un freno. Lo scopo dell’articolo è proprio di risaltare l’animo contorto e le conseguenze che accompagnano non solo le Grandi Guerre, ma qualsiasi guerra sia mai stata combattuta (e si continui a combattere a tutt’oggi). Le perdite non sono mai proporzionate ai guadagni e, tra le altre cose, i danni civili sono spesso più alti di quelli militari.

Per semplicità dividerò i dati in quattro parti, ordinandoli dal valore più basso al più alto:
– i numeri, di qualsiasi genere, che riguardano esclusivamente l’Italia
– distruzioni e morti nel resto del Mondo
– i dati riguardanti le bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki (chiamate rispettivamente “Little boy” e “Fat man”), che da sole hanno provocato una distruzione pari a diversi giorni di guerra
– altre tipologie di dati

I dati non sono proprio precisi e spesso sono arrotondati per difetto, ma ci darà un’idea della situazione. L’articolo è in continuo aggiornamento. Se avete informazioni e dati da aggiungere, contattatemi e li integrerò nella lista (ricordatevi di indicare la fonte da cui li avete presi).

I numeri dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale

-29% produzione industriale
Il calo della produzione industriale in Italia (nonostante lo sforzo bellico).

-63% produzione agricola
Il calo della produzione agricola in Italia.

40% delle linee ferroviarie
La percentuale di linee danneggiate in Italia.

150.000 civili
I morti civili in Italia.

400.000 militari italiani
I militari caduti durante il conflitto. Abbiamo il (triste) record di trovarci al terzo posto nella classifica delle perdite, dopo Urss e Germania.

I numeri – Morti e danni nella Seconda Guerra Mondiale

66% dei neonati
La percentuale di morti alla nascita a Berlino, nel luglio 1945, a causa dell’epidemia di dissenteria da inquinamento idrico.

2.000 locomotive
Le locomotive che rimasero in Francia. Prima del conflitto erano 12 mila, ovvero 10 volte tanto.

35.000 persone
I morti in seguito ai bombardamenti su Desdra da parte degli Alleati nel febbraio 1945. Furono sganciate 6.500 tonnellate di bombe, in buona parte incendiarie. Le stime sono in difetto: in realtà i morti potrebbero essere anche 100 mila. I cadaveri continuarono a essere portati alla luce fino agli anni ’60.

40.000 tonnellate di bombe
Le bombe lanciate su Berlino nel solo maggio 1945. In 14 giorni di bombardamenti si rese inabitabile il 75% degli edifici.

65.000 km di linee
Le linee ferroviarie distrutte in Urss.

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SOMMARIO

1. La forza delle piante – Le piante dominano la Terra
2. La forza delle piante – Le piante dominano gli animali
3. La forza delle piante – Le piante dominano l’Uomo

Introduzione

Nel precedente articolo abbiamo visto come sono nate le prime piante conosciute, come si sono diffuse e quali meccanismi difensivi hanno sviluppato per proteggersi.

Fino a circa 140 milioni di anni fa, erano le conifere e le felci a dominare il pianeta Terra. Le felci avevano un modo di riprodursi piuttosto singolare: il maschio spargeva una sorta di sperma nelle acque vicine e le felci femmina le raccoglievano; nelle acque, questo sperma poteva sopravvivere per due ore.

Questo metodo di riproduzione, però, richiedeva un flusso d’acqua ed era quindi limitato. Ma circa 140 milioni di anni fa, qualche specie di pianta cambiò metodo e assunse un sistema di riproduzione rivoluzionario, che si è trascinato nei secoli fino a oggi: nacquero i fiori.

Grazie al polline, le piante da fiore si assicurarono una fecondazione illimitata e (quasi) sicura. Erano gli animali a fare il lavoro per loro. A un certo punto, le piante capirono che l’impollinazione non sempre era sufficiente e adottarono un altro meccanismo rivoluzionario: il seme.

In questo articolo vedremo la nascita e lo sviluppo dei fiori e dei semi, e scandaglieremo fino in fondo lo stretto rapporto di scambio che esiste a tutt’oggi tra il regno vegetale e il regno animale. Faremo un ulteriore passo per quello che vogliamo dimostrare, e cioè che anche le piante – viste come un insieme collettivo di una certa area – potrebbero essere dotate di una sorta di «intelligenza cosciente».

I fiori, una fonte di riproduzione sicura

Tutti i fiori attuali discendono dai fiori della pianta Amborella (Amborella trichopoda), ormai estinta ovunque tranne in Nuova Caledonia. I botanici sono concordi nel ritenere che i primi fiori siano nati da una mutazione, e cioè che anziché far nascere foglie verdi qualche specie abbia fatto nascere foglioline bianche. Queste foglioline furono i primi petali della storia.

A quel tempo le api non c’erano, per cui è probabile che siano stati insetti come i coleotteri a cibarsi del polline di questi fiori primordiali. Il polline si depositava sopra i coleotteri, che spostandosi su un altro fiore finivano per impollinarlo. Si trattava di un metodo sicuro per le piante per fecondarsi, non più soggetto alla casualità del vento e dell’acqua. Le piante iniziarono a sfruttare per la prima volta gli animali sul pianeta, assicurandosi un’eredità sicura e perpetua.

I fiori hanno un vantaggio enorme rispetto alle conifere e cioè la capacità di generare figli in pochissimo tempo. Le conifere impiegano alcuni decenni per raggiungere la maturità sessuale. Le piante da fiore, invece, hanno cicli di pochi mesi, per cui hanno centinaia di generazioni nell’arco di una sola generazione di conifere.

Si tratta di un vantaggio enorme: potendo contare su tante generazioni, può anche contare su frequenti possibilità di evolversi e di adattarsi a un nuovo ambiente. Quando la pangea si staccò in vari continenti e si formarono zone di terra con climi diversi, le conifere e le felci si ritrovarono in alcune zone senza possibilità di fecondazione; per le piante da fiore, invece, era un’occasione formidabile per espandersi.

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La situazione in Italia

L’Italia è un territorio evoluzione e negli ultimi anni si è fatta parecchio sentire. I sismografi registrano di continuo dei movimenti sismici, anche se molto lievi, che sono segno di un’attività persistente. Dopotutto, geologicamente è una zolla schiacciata da quella africana, tanto che si prevede a distanza di millenni la scomparsa del Mar Adriatico.

L’Italia non è strutturalmente (e politicamente) preparata per sopportare terremoti importanti, per cui basta una scossa modesta per provocare danni irreparabili. Senza andare troppo lontano nel tempo, soltanto nel periodo tra il 2000 e oggi si sono presentate numerose scosse sismiche sopra il quarto grado della scala Richter, alcune delle quali hanno provocato feriti e danni ingenti.

Che vi troviate in Italia o all’estero, il terremoto può colpirvi all’improvviso. Al giorno d’oggi non esistono veri strumenti capaci di prevedere l’arrivo di una scossa nel tempo necessario per tutelarsi. Quando il terreno inizia a tremare la cosa migliore da fare è restare calmi e seguire alcune regole di base per la protezione vostra e di chi vi circonda. In gran parte dei casi, il terremoto si risolve in fretta e con le giuste accortezze se ne può uscire del tutto incolumi.

Prepararsi in anticipo – Fissare gli oggetti mobili e un kit sempre a portata di mano

Ci sono delle semplici accortezze da considerare per mantenere l’ambiente sicuro, soprattutto se vivete in una zona soggetta a scosse sismiche. Il concetto è che dovete evitare che gli oggetti mobili vi finiscano addosso o che sommovimenti particolari possano provocarvi dei danni irreparabili. Vediamo una lista di accorgimenti per evitare che al momento di un terremoto le conseguenze siano inutilmente più gravi.

– Tenete costantemente controllati i cavi elettrici e l’impianto del gas con degli esperti. Una scintilla potrebbe causare un incendio incontrollato. Meglio ancora sarebbe dotarsi di apparecchi elettrodomestici con valvole salva-gas, che permettono di bloccare la fuoriuscita di gas in caso di forti vibrazioni. In casa, comunque, dovreste sempre avere delle bombole antincendio a portata di mano.

– Assicurarsi che la casa non abbia difetti strutturali o crepe profonde nel soffitto o nelle fondamenta. Se siete in zone ad alto rischio sismico, dovreste pensare seriamente di rivolgervi a degli esperti per rendere la vostra casa completamente anti-sismica.

– Gli scaffali devono essere saldamente attaccati alle pareti. Gli oggetti più grandi e pesanti devono trovarsi ai piani inferiori degli scaffali, così che non possano cadervi in testa, e lo stesso vale per tutto quello che potrebbe rompersi e provocarvi delle ferite (come le bottiglie di vetro).

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1. La forza delle piante – Le piante dominano la Terra
2. La forza delle piante – Le piante dominano gli animali
3. La forza delle piante – Le piante dominano l’Uomo

Introduzione

Le vediamo ovunque, odoriamo i loro fiori, ci ripariamo sotto la loro chioma quando piove. Se l’estate è troppo calda, la loro ombra ci offre riparo. Le coltiviamo, le facciamo crescere per adornare i nostri giardini, cogliamo i loro frutti per nutrirci. Con le loro foglie si producono medicinali, con il legno si costruiscono case e mobili, con i rami si alimenta il fuoco dei camini.

Siamo così abituati ad averle intorno, che spesso non ci rendiamo conto di quanto siano importanti e presenti le piante. Alberi, erbe e fiori sono ovunque. Grazie a loro respiriamo e viviamo.

Con questo si apre una serie di tre articoli che mostrano lo straordinario potere delle piante. Si scoprirà non soltanto che le piante sono creature uniche e indispensabili alla vita del pianeta Terra, ma anche che sono un organismo che possiamo considerare pensante, intelligente, in alcuni casi addirittura cosciente. Si tratta di un tipo di intelligenza particolare, collettiva: come vedremo, in alcune fasi della storia è solo grazie all’evoluzione da loro “scelta” che numerose specie animali sono nate e si sono estinte. Uomo compreso.

Prima di storcere il naso davanti a un’affermazione tanto radicale, dovete considerare che l’intelligenza umana non è l’unico tipo di intelligenza possibile. Parlo di intelligenza quando mi riferisco a una reazione che non è solo istintiva, ma valutata e mossa da qualcosa che non è soltanto la sopravvivenza immediata. Per le piante potremmo parlare di «intelligenza collettiva» o «intelligenza evolutiva».

Vedremo esempi specifici che avvalorano quanto appena detto. I dati principali sono stati presi dal documentario Terra, il potere delle piante, che invito a vedere per la bellezza delle immagini e per come è stato trattato l’argomento.

In questo primo articolo parleremo di come le piante sono state create, si sono diffuse e hanno sparso l’ossigeno nell’atmosfera. Vedremo il metodo ingegnoso con cui si sono difese dagli erbivori, il che ci darà un’idea del perché le piante possono essere considerate una «intelligenza collettiva».

Il primo passo: le piante nascono e conquistano la terraferma

Per vivere le piante hanno bisogno di tre componenti: glucosio, anidride carbonica ed energia. Il glucosio è ricavato dall’acqua, l’anidride carbonica dall’aria e l’energia dalla luce del Sole.

Nei primi tempi, la Terra dallo spazio appariva di un colore violaceo, perché i mari e gli oceani erano pieni di batteri di questo colore. L’atmosfera della Terra non bloccava i raggi ultravioletti del Sole e quindi la vita in superficie era impossibile, ma le acque offrivano una schermatura. La parte dei raggi che non erano assorbiti dai batteri viola andava a finire sul fondo dei laghi e veniva assorbita da un altro tipo di batteri di colore verde (chiamati cianobatteri). Saranno questi batteri a diffondersi e a creare le piante.

Lo strato di ozono

Le piante produssero presto una quantità di ossigeno esorbitante, che non essendo consumato da altri organismi finì per creare il livello di ozono nella stratosfera: adesso la Terra era schermata dai raggi ultravioletti del sole e avrebbe permesso alle piante di diffondersi sulla terraferma.

Le piante però dipendevano ancora dall’acqua. Per potersi staccare dai laghi e spostarsi sulla terra, 400 milioni di anni fa inventarono un nuovo tipo di appendice: le radici, con le quali potevano frantumare il terreno roccioso e assorbire acqua. Il gioco era fatto. Le piante potevano disporre delle tre componenti a loro necessarie, cioè glucosio, anidride carbonica ed energia solare.

Troppa anidride carbonica? Le piante inventano le foglie

Le piante primordiali avevano un difetto: assorbivano troppa anidride carbonica. Ben preso, la percentuale di anidride nell’atmosfera calò del 90% e le piante stesse iniziarono a soffrire.
Fu allora che idearono un secondo stratagemma. Crearono una nuova struttura, le foglie, che aumentando la loro superficie permettevano di assorbire una quantità di anidride molto più alta.

Se le guardiamo al microscopio, le foglie sono composte da migliaia di fori microscopici (gli stomi) che si aprono e si chiudono lentamente, permettendo a una felce di assorbire fino a 5 litri di anidride carbonica al giorno. Inoltre, le foglie permettono di catturare molta più luce solare.

Tolto un problema, ne usciva un altro. Le piante erano numerose, molto numerose, e di conseguenza si creò una competizione tra loro per la ricerca della luce solare.

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Biografia di Natasha Demkina

Natalya “Natasha” Nikolayevna Demkina è nata in Mordovia nel 1987 e dall’età di 10 anni possiede il dono straordinario di una seconda vista, grazie alla quale riesce a notare la forma degli organi e dei tessuti all’interno dei corpi. In pratica, una specie di “scanner ai raggi X”.

La notizia non è recente, risale ancora agli anni ’90, ma vale la pena di riportarla in superficie e di capire se effettivamente può essere vera o soltanto un’ennesima truffa. Come vedremo, non è facile da stabilire.

Demkina è stata una bambina precoce. Parlava già a sei mesi e a un anno recitava. La madre ha affermato poi che sembrava non patire il freddo, visto che girava nuda anche in pieno inverno e in mezzo alla neve.
Per stessa ammissione di Demkina, sembra che la sua doppia vista sia spuntata improvvisamente:

Ero a casa con mia madre e improvvisamente ho avuto una visione. Potevo vedere all’interno del corpo di mia madre e ho iniziato a raccontarle degli organi che potevo vedere. Oggi ho trasformato la mia vista normale con quella che chiamo “vista medica”. Per una frazione di secondo, vedo un quadro colorato all’interno delle persone e poi inizio ad analizzarlo.
[…]
Ho due viste. Posso passare da una all’altra quando voglio senza motivo. […] Posso vedere l’intera struttura del corpo umano – come gli organi interni sono posizionati e come funzionano. E’ difficile da spiegare come identifico le malattie. Gli organi malati producono una sorta di radiazione. La seconda vista è attiva solo durante il giorno; non funziona nella notte.
[…]
Riesco a vedere dentro il corpo umano, non attraverso. Se qualcuno tenesse qualcosa dietro la schiena, non riuscirei a vederla.

Per la famiglia, la nuova vista potrebbe essersi sviluppata come conseguenza dei problemi post-operatori che la piccola aveva subito: i medici avevano dimenticato al suo interno la garza e hanno dovuto toglierla in seguito. Natasha ha sfruttato ben presto la sua capacità per eseguire delle diagnosi mediche sui malati… con risultati a volte stupefacenti.

I test sulla veridicità

I dubbi sull’autenticità della cosa se li sono posti anche i medici, che l’hanno sottoposta a dei test per analizzare le sue diagnosi.

Uno dei primi casi è stata la giornalista Briony Warden, che aveva riportato fratture multiple in seguito a un incidente stradale. Per l’occasione, i medici avevano nascosto le cicatrici delle sue ferite. Briony ha visto gli occhi della giovane Demkina dilatarsi, come se fosse in trance, dopodiché la ragazza ha specificato la posizione esatta di ogni frattura: le quattro alla colonna vertebrale (che lei chiamava “blocchi”), la rottura della mascella dove si trovava la placca di titanio (dove lei vedeva una zona “dura e aliena”), le fratture alla gamba sinistra e i chiodi che i medici vi avevano infilato. L’analisi fu così dettagliata che la giornalista ne rimase stupefatta, passando dal suo scetticismo all’incredulità.

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Infografica: la linea delle temperatura

Quali sono gli effetti di un elemento sottoposto a una temperatura estremamente bassa o estremamente alta?

Tempo fa avevamo affrontato il tema dello “zero assoluto”, cioè della temperatura più bassa che si possa registrare. A questa temperatura, pari a -273,15 °C, tutto è immobile e l’energia è del tutto assente. Nell’articolo trovate una spiegazione dettagliata su cosa sia lo zero assoluto e, in generale, su cosa succede al corpo umano quando è sottoposto al gelo intenso.

La BBC, però, è andata ben oltre. Con una eccellente infografica ci spiega gli effetti della temperatura su qualsiasi elemento: dalle particelle piccole agli esseri viventi, dalla Terra al Sistema Solare e all’intero Universo. Parte appunto dallo zero assoluto e cresce pian piano fino alla temperatura di Planck, la più alta a cui si presume di poter arrivare prima che le leggi fisiche si infrangano.

L’infografica è in inglese. In questo articolo ho tradotto in italiano ciascuno dei suoi punti. Per lo zero assoluto aggiungo qualche informazioni in più. In alcuni punti troverete dei link di approfondimento.
Nota: i valori sono in gradi Celsius, cioè quelli comunemente usati in Italia.

Sotto lo zero

-273,15 C (zero assoluto)
Lo zero assoluto è la temperatura più bassa che si possa registrare. Non esiste corpo che possa essere più freddo.
A questa temperatura, un corpo è completamente “immobile”: niente, nemmeno gli atomi, ha l’energia sufficiente per muoversi. La materia assume proprietà particolari come la superconduttività (cioè non hanno resistenza al passaggio della corrente elettrica ) e la superfluidità (hanno una conducibilità termica infinita e, in certe condizioni, possono muoversi all’infinito perché non trovano attrito), altrimenti non possibili nella materia conosciuta.
In realtà, le leggi della termodinamica impediscono a un oggetto di raggiungere lo zero assoluto: servirebbe una quantità di energia infinita per fargli toccare quel punto.

Un millionesimo di grado sopra lo zero assoluto
La temperatura più bassa mai raggiunta dall’uomo. L’esperimento è stato effettuato nel 2003 al MIT.

-273 °C
La temperatura più bassa in cui possono sopravvivere i Tardigradi. Si tratta di una specie di animali invertebrati che hanno la più alta capacità di sopravvivenza conosciuta.

-272 °C
Punto di fusione dell’elio (il punto di fusione è il valore in cui la sostanza, in questo caso l’elio, è sia in fase solida che liquida).
Corrisponde al punto più freddo nell’Universo, registrato nella nebulosa Boomerang, a 5 mila anni luce di distanza dalla Terra.
[Vedi cos’è l’anno luce e come si calcola]

-220 °C
Superficie di 50000 Quaoar, un oggetto transnettuniano che ruota attorno al Sole e delle dimensioni pari circa a due terzi di Plutone.

-218 °C
Punto di fusione dell’ossigeno.

-216 °C
Temperatura di Urano, il pianeta più freddo del Sistema Solare.

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James Robertson

James Robertson ha 56 anni e ogni giorno parte da casa sua per andare al lavoro e guadagnare i suoi 10,55 dollari l’ora. Ma c’è un problema: l’ultima auto di James si è rotta e lui non ha i soldi per comprarne una nuova. E i chilometri da percorrere da casa al lavoro sono ben 75, di cui 34 a piedi. James, però, non si dà per vinto: ogni giorno si presenta puntuale in azienda nonostante il freddo, la neve e la pioggia; non salta mai i turni; rimane sino a fine giornata.

Questo articolo potrebbe essere dedicato a lui – una simile prova di forza e di costanza non è da pochi – ma ci sono altri protagonisti che vale la pena di ricordare, e cioè gli utenti del web.

Blake Pollock, un banchiere della UBS, lo ha visto spesso e qualche volta gli ha offerto un passaggio. A un certo punto ha capito che l’unico sistema per aiutarlo davvero era di rendere le sue fatiche pubbliche e ha organizzato un’intervista stampa. Da lì è stato un crescendo. Evan Leedy, di 19 anni, ha deciso di dargli una mano e ha indetto sul web una raccolta fondi, con l’obiettivo di raggiungere i 5 mila dollari e fargli avere la meritata auto. Il risultato è andato ben oltre le sue aspettative.

Come si può leggere nel sito (vedi le fonti a fondo articolo) in soli quindici giorni ha ricevuto donazioni da oltre 13 mila persone, per un importo totale di 350 mila dollari.

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Circondati da minacce

La domanda può sembrare banale: un essere umano può vivere per sempre? Per ottenere una risposta dobbiamo prima interrogarci se l’essere umano, come specie, abbia la possibilità di poter vivere oltre la durata delle altre specie animali.

Su questo le prospettive non sono rosee. La storia insegna che, prima o poi, qualsiasi specie animale va incontro a un’estinzione naturale: abbiamo visto che in passato ci sono state ben 5 estinzioni di massa, che in un caso ha portato addirittura alla scomparsa del 96% della fauna marina. D’altronde, già nell’anno 536 una combinazione di eventi naturali ha portato a un inverno prolungato e alla scomparsa di alcune importanti civiltà umane.

Inoltre, abbiamo visto in un altro articolo che non solo la natura, ma anche l’uomo rappresenta un pericolo per se stesso: virus artificiali, tecnologie incontrollate e guerre nucleari sono solo alcuni dei motivi che potrebbero portarlo all’estinzione. Teniamo poi conto che viviamo su un pianeta dalle risorse limitate e che tra qualche milione di anni ci ritroveremo a fare i conti con il calore del Sole troppo intenso. Per non parlare di eventi catastrofici non prevedibili, come l’impatto di enormi meteoriti provenienti dallo spazio.

Queste, però, sono speculazioni troppo lontane nel tempo o che dipendono da eventi che potrebbero non verificarsi mai. Chiediamoci invece concretamente: se la Terra potesse ospitarci a tempo indefinito, è possibile che un corpo umano riesca a sopravvivere per milioni o miliardi di anni? L’uomo ha i mezzi per tenere il suo corpo in vita per un tempo così lungo?

Vi propongo una lista dei motivi per cui l’uomo potrebbe o non potrebbe vivere oltre la sua “vita naturale”. Se avete qualche altra idea di come l’uomo possa vivere al di là dei suoi anni, segnalatecelo nei commenti e provvederemo ad aggiungerlo all’elenco. Oppure fateci sapere cosa ne pensate a riguardo.

Il corpo umano non basta

Il corpo umano non è progettato per vivere oltre un certo numero di anni. La vita media si è allungata grazie alle tecnologie e alla medicina avanzata, ma le sue cellule possono moltiplicarsi solo per un numero limitato di volte: dopodiché decadono.

Per eliminare questo problema, serve una medicina abbastanza progredita da poter sostituire all’infinito le nostre cellule. Al momento siamo ben lontani da questo, ma non è detto che un giorno non si riesca a capire il funzionamento completo e a manipolarlo di conseguenza.

E non è detto che la natura stessa, a un certo punto, trovi il sistema per far rinnovare le cellule per un numero indefinito di volte. Dopotutto, ci sono stati casi di uomini centenari anche in passato, in tempi in cui la vita media era di 30-40 anni: come esempio si può citare Democrito, che visse probabilmente oltre il secolo.

La clonazione del corpo e della mente

Se non riuscissimo a tenere in vita il nostro corpo, potremmo sempre costruircene uno nuovo.
La genetica ci ha già permesso di clonare alcune specie animali (ricordate la pecora Dolly?) e non c’è motivo di non credere che possa farlo anche per l’uomo. Certo, si tratterebbe di una “copia” e non dell’individuo originale, per cui di fatto si darebbe inizio a una nuova vita invece di prolungare la nostra.

Ma c’è un’altra alternativa: l’informatica e l’ingegneria genetica. L’informatica procede con passi da gigante e lo stesso vale per la medicina. Se riuscissimo a capire completamente il funzionamento del nostro cervello, potremmo “trasferire” la mente in un corpo artificiale, fatto di acciaio e fili elettrici. Oppure potremmo fare un “backup” (una copia) di tutte le informazioni del nostro cervello e salvarle in un computer aspettando il giorno in cui riusciremo a trasferirle in un nuovo corpo.

Fantascienza? Per il momento, senz’altro. La mente umana è una delle cose più difficili da comprendere – proprio perché usiamo la mente umana stessa per capirla.

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