SOMMARIO
1. La forza delle piante – Le piante dominano la Terra
2. La forza delle piante – Le piante dominano gli animali
3. La forza delle piante – Le piante dominano l’Uomo
Introduzione
Le vediamo ovunque, odoriamo i loro fiori, ci ripariamo sotto la loro chioma quando piove. Se l’estate è troppo calda, la loro ombra ci offre riparo. Le coltiviamo, le facciamo crescere per adornare i nostri giardini, cogliamo i loro frutti per nutrirci. Con le loro foglie si producono medicinali, con il legno si costruiscono case e mobili, con i rami si alimenta il fuoco dei camini.
Siamo così abituati ad averle intorno, che spesso non ci rendiamo conto di quanto siano importanti e presenti le piante. Alberi, erbe e fiori sono ovunque. Grazie a loro respiriamo e viviamo.
Con questo si apre una serie di tre articoli che mostrano lo straordinario potere delle piante. Si scoprirà non soltanto che le piante sono creature uniche e indispensabili alla vita del pianeta Terra, ma anche che sono un organismo che possiamo considerare pensante, intelligente, in alcuni casi addirittura cosciente. Si tratta di un tipo di intelligenza particolare, collettiva: come vedremo, in alcune fasi della storia è solo grazie all’evoluzione da loro “scelta” che numerose specie animali sono nate e si sono estinte. Uomo compreso.
Prima di storcere il naso davanti a un’affermazione tanto radicale, dovete considerare che l’intelligenza umana non è l’unico tipo di intelligenza possibile. Parlo di intelligenza quando mi riferisco a una reazione che non è solo istintiva, ma valutata e mossa da qualcosa che non è soltanto la sopravvivenza immediata. Per le piante potremmo parlare di «intelligenza collettiva» o «intelligenza evolutiva».
Vedremo esempi specifici che avvalorano quanto appena detto. I dati principali sono stati presi dal documentario Terra, il potere delle piante, che invito a vedere per la bellezza delle immagini e per come è stato trattato l’argomento.
In questo primo articolo parleremo di come le piante sono state create, si sono diffuse e hanno sparso l’ossigeno nell’atmosfera. Vedremo il metodo ingegnoso con cui si sono difese dagli erbivori, il che ci darà un’idea del perché le piante possono essere considerate una «intelligenza collettiva».
Il primo passo: le piante nascono e conquistano la terraferma
Per vivere le piante hanno bisogno di tre componenti: glucosio, anidride carbonica ed energia. Il glucosio è ricavato dall’acqua, l’anidride carbonica dall’aria e l’energia dalla luce del Sole.
Nei primi tempi, la Terra dallo spazio appariva di un colore violaceo, perché i mari e gli oceani erano pieni di batteri di questo colore. L’atmosfera della Terra non bloccava i raggi ultravioletti del Sole e quindi la vita in superficie era impossibile, ma le acque offrivano una schermatura. La parte dei raggi che non erano assorbiti dai batteri viola andava a finire sul fondo dei laghi e veniva assorbita da un altro tipo di batteri di colore verde (chiamati cianobatteri). Saranno questi batteri a diffondersi e a creare le piante.
Lo strato di ozono
Le piante produssero presto una quantità di ossigeno esorbitante, che non essendo consumato da altri organismi finì per creare il livello di ozono nella stratosfera: adesso la Terra era schermata dai raggi ultravioletti del sole e avrebbe permesso alle piante di diffondersi sulla terraferma.
Le piante però dipendevano ancora dall’acqua. Per potersi staccare dai laghi e spostarsi sulla terra, 400 milioni di anni fa inventarono un nuovo tipo di appendice: le radici, con le quali potevano frantumare il terreno roccioso e assorbire acqua. Il gioco era fatto. Le piante potevano disporre delle tre componenti a loro necessarie, cioè glucosio, anidride carbonica ed energia solare.
Troppa anidride carbonica? Le piante inventano le foglie
Le piante primordiali avevano un difetto: assorbivano troppa anidride carbonica. Ben preso, la percentuale di anidride nell’atmosfera calò del 90% e le piante stesse iniziarono a soffrire.
Fu allora che idearono un secondo stratagemma. Crearono una nuova struttura, le foglie, che aumentando la loro superficie permettevano di assorbire una quantità di anidride molto più alta.
Se le guardiamo al microscopio, le foglie sono composte da migliaia di fori microscopici (gli stomi) che si aprono e si chiudono lentamente, permettendo a una felce di assorbire fino a 5 litri di anidride carbonica al giorno. Inoltre, le foglie permettono di catturare molta più luce solare.
Tolto un problema, ne usciva un altro. Le piante erano numerose, molto numerose, e di conseguenza si creò una competizione tra loro per la ricerca della luce solare.
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